Parlano di noi - Il Pinscher 2

Il pinscher di Virgilia Corsinovi e Sergio Pancaldi editore "De Vecchi Editore"

 

 

Parlano di noi - Il Pinscher 1

Il pinscher di Filippo Cattaneo editore "De Vecchi Editore"

 

 

Parlano di noi - Il Pinscher

Il pinscher di Filippo Cattaneo editore "De Vecchi Editore"

 

 

Parlano di noi - Il Pinscher Nano

Il pinscher Nano di Lorena Quarta

 

 

Parlano di noi - De Vecchi Editore 2


La scelta del cucciolo

La scelta del cucciolo giusto è fondamentale per qualsiasi razza; nessuno ci obbliga ad avere un cane, quindi dobbiamo essere assolutamente convinti della nostra decisione.

Un cane di piccola taglia come il pinscher nano lo si trova dappertutto, nei negozi di pet shop, nelle fiere del cucciolo,da tanti privati che, avendo una femmina, non vedono l’ora di fare una cucciolata, quindi la scelta del cucciolo è fondamentale: se non vi interessa la tipicità potete trovare un pinscherino senza pedigree o un similpinscher presso un canile (non costa nulla e, in più, fate una buona azione), ma se cercate un vero pinscher e siete disposta a pagare per averlo, è giusto che otteniate quello che desiderate, senza compromessi e soprattutto senza fregature.


 

L’allevamento

Innanzitutto cominciamo a distinguere l’allevamento con affisso da quello che non ce l’ha.

Cos’è l’affisso? Con tale termine si indica il nome scelto dall’allevatore per identificare il proprio.

Un allevamento con affisso può essere una garanzia in più, ma, badate bene, nemmeno il miglior allevatore di questo mondo vi può dare la certezza matematica della qualità del cucciolo: può garantire salute e tipicità, ma un futuro da campione no.

Una volta scelto l’allevamento, prendete i contatti con l’allevatore, chiedetegli di poter visitare il canile e di poter vedere i genitori del cucciolo (la madre sicuramente, il padre potrebbe essere uno stallone di un altro allevamento, nel caso fatevi mostrare una suo foto


L’importanza del pedigree

Il pedigree rappresenta la carta di identità del vostro cane, la sua avvenuta iscrizione al Registro Origini Italiano (quello che oggi si chiama R.O.I. e che fino a qualche anno fa era chiamato L.O.I.). in esso sono riportati il nome del cane, il suo numero di iscrizione, la razza, il sesso e altri dati che ne rendono possibile il riconoscimento, come il colore del mantello (rosso o nero-focato). Viene inoltre riportato l’albero genealogico del cane, con i nomi dei genitori, dei nonni, dei bisnonni e dei trisnonni, accanto ai quali si possono trovare sigle che corrispondono ai titoli conseguiti (B= Ch. Sociale, C= Ch. Estero, D= Ch. Riproduttore.


Addio tatuaggio, oggi c’è il microchip

Già dal 1 gennaio del 2005 il microchip era previsto come unico sistema di identificazione e l’Ordinanza del 20 agosto 2008 del Ministro del lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, non fa che ribadire che è obbligatorio provvedere all’identificazione dei cani attraverso il microchip. Il microchip è una sorta di piccola capsula di materiale biocompatibile che viene iniettata sottocute dietro l’orecchio in maniera del tutto indolore, senza ricorrere ad anestesia.

Se il cane proviene da un allevamento il microchip è già stato inserito dall’allevatore e al padrone spetta solo comunicare alla ASL di competenza il suo codice,


Come deve essere un cucciolo «doc»?

Un pinscher di due mesi è davvero molto piccolo, difficile prevedere come potrà essere da adulto ma qualche «dritta» è possibile darla: anche in tenera età deve essere vivace e socievole, non deve mostrare paura ma anzi voglia di giocare e di socializzare, il pelo deve esser ben lucido e gli occhi vispi, non cisposi né lacrimosi, l’addome non deve esser gonfio (a meno che non abbia appena mangiato) e gli arti devono essere ben diritti, in perfetto appiombo.

Per quanto riguarda la forma degli occhi, se è vero che in un cucciolo possono apparire più tondeggianti, in ogni caso non devono mai essere sporgenti, e per quanto riguarda il colore, se il rosso vi dovesse sembrare troppo chiaro, sappiate che è destinato a scurirsi nel corso dei mesi.


Maschio o femmina?

Con un cane così piccolo il dimorfismo sessuale si limita a una testa un po’ più importante nel maschio, la differenza di taglia nei due sessi è davvero minima.

Spesso la scelta di un maschio viene fatta non tanto perché effettivamente si preferisce il maschio quanto perché si pensa che una femmina crei più problemi per via del calore.

In realtà è vero che la femmina va in calore un paio di volte l’anno (ma non tutte vanno regolarmente ogni sei mesi, in alcuni casi possono passare 7-9 mesi tra un ciclo e l’altro) ma in un cane così piccolo le perdite ematiche sono minime e, in ogni caso, si può ovviare al problema ricorrendo ad apposite mutandine igieniche. È anche vero che ci sono giorni critici in cui la femmina può istintivamente cercare la fuga in cerca del maschio, ma tenendola sempre al guinzaglio il problema è risolvibile.

È invece vero che il maschio è sessualmente recettivo tutti i giorni dell’anno, quindi semmai è lui che può essere particolarmente sensibile a femmine in calore, e in certi casi le crisi amorose possono sfociare in digiuni prolungati, agitazione e continui ululati.

Un maschio, del resto, può risultare tendenzialmente più dominante e necessitare di un padrone di polso fermo, mentre una femmina è in genere più dolce e docile. Nessuna differenza, invece, per quanto riguarda la vigilanza e l’affetto nei confronti della famiglia: in questo caso maschio o femmina si equivalgono.

 

Cosa fare dopo l’acquisto

Una volta portato a casa il cucciolo, comincia per voi la più bella avventura, ma sappiate che quello che ritenete il vostro cane … non è ancora vostro.

Oh bella, l’ho pagato, ce l’ho con me, perché non dovrebbe essere già mio? Perché sul pedigree, alla voce allevatore, c’è il nome del titolare dell’allevamento o del proprietario della fattrice, il vostro nome ancora non compare da nessuna parte.

Non appena arriva il certificato genealogico (ci vorranno alcuni mesi, a volta anche un anno di tempo), quindi, dovrete rivolgervi alla Delegazione Enci più vicina a voi per fare il passaggio di proprietà, con il quale si attesta che, in data X, il cane Pinco Pallino è stato ceduto al signor Rossi. Solo così voi sarete ufficialmente proprietari del vostro cane.

Ecco le altre «incombenze» di ogni neo padrone:

-denunciare la proprietà del cane al Comune di pertinenza

-rispettare il calendario di vaccinazioni programmato dall’allevatore

-esame delle feci per verificare l’esistenza di parassiti intestinali

-continuare a somministrare la dieta per cani in crescita scelta dall’allevatore

-non avere timore di rivolgersi all’allevatore, se è serio sarà sempre disponibile per chiarire ogni vostro dubbio

 

L'educazione del cuocioli

Quando cominciare a educare il cucciolo? Subito, appena mette piede, in casa vostra. Non pensiate mai che è troppo presto, prima capisce chi è il padrone meglio è, anche perché il pinscher ha un carattere forte, comincia subito a mettere alla prova il padrone e ogni cedimento è un buon motivo per approfittarne. La coerenza è la cosa più difficile da insegnare a un buon padrone: spesso, soprattutto chi è alle prime armi come cinofilo, trova quasi crudele imporre limiti e restrizioni a un tenero cucciolo di pochi chili, ma se questo stesso cane impara che i comandi sono fatti per restare inascoltati perché bastano due occhioni dolci per intenerire, è matematicamente impossibile che quegli stessi comandi vengano rispettati quando sarà cresciuto. L’aspetto del pinscher non aiuta: è così piccolo che da suscitare un naturale istinto di protezione anche nel cuore più duro, poi quel suo continuo tremare viene scambiato per brividi di fwhitedo o di paura e chi ha il coraggio di essere fermo e autoritario in questi casi?

L’importante è che siate coerenti nelle vostre scelte: se abituate un cane a salire su divano o a dormire con voi a letto, sarà per sempre, non potrete più tornare indietro

 

L'importanza del no

Saper dire no è fondamentale, ma ricordate che deve essere un no da subito, un sì a un cucciolo non potrà diventare un no a un cane adulto.

Mettetevi sempre nell’ottica del cane adulto: non volete che salga sul vostro letto, che ronfi sul vostro divano, che mendichi a tavola? Che sia «no!» da subito, e senza sentirvi in colpa.

Il «no!» andrà usato ogni volta che ci accorgiamo che il cucciolo sta facendo qualcosa che non va fatto, proprio per questo è importante seguirlo assiduamente nei suoi primi giorni: i nostri «no» costituiscono una guida per il piccolo che, nella sua voglia di compiacerci, imparerà subito, visto che il abbiamo a che fare con una razza molto intelligente, cosa è permesso e cosa non lo è.

Dosando con coerenza i nostri «no!» e ricorrendo al concetto di rinforzo positivo (ovvero premio con lodi o con un bocconcino il piccolo non appena smette di compiere un’azione sbagliata) non ci sarà bisogno di ricorrere a punizioni corporali: dobbiamo mettere il cucciolo nelle condizioni di ubbidirci perché è felice di farlo, non perché ha paura di noi.

In questo modo il piccolo imparerà in poco tempo, ad esempio, a sporcare dove deve, a non rosicchiare le vostre scarpe preferite, a non guaire se lasciato solo per poco tempo.

Condizione essenziale perché un «no» abbia efficacia: deve essere detto nel momento del «fattaccio», ovvero devo sgridare il cane nel momento dell’errore, farlo a dieci ore di distanza è del tutto inutile, perché il cane non riesca ad associare lo sbaglio a una punizione ritardatae non riesce a comprendere i motivi della sgridata.

 

Il richiamo

Avete scelto un bel nome per il vostro cane? Che si chiami Adolf o Asia, l’importante è che impari che quello è il suo nome e che, non appena lo chiamate, deve cessare qualsiasiazione e correre da voi.

All’inizio non sarà facile, soprattutto perché un cane intento a giocare non ha nessuna intenzione di smettere, ma la risposta al richiamo è indispensabile perché esistono mille situazioni, a prescindere dalle prove di lavoro, nelle quali è importante che il cane arrivi subito da noi.

Potremo iniziare sfruttando la sua curiosità: una volta ottenuto il suo interesse con un gioco o con un bocconcino, mentre corre da noi chiamiamolo per nome, in modo che impari ad associarlo all’azione di venire verso di noi. Una volta arrivato lodiamolo, premiamolo, non siamo avari di «bravo!» o altri complimenti, in poco tempo capirà che è bello correre subito dal padrone, ci si guadagna sempre qualcosa.

La pazienza, nelle prime volte, è essenziale, mai sgridarlo se non arriva alla prima chiamata e nemmeno alla seconda, se alla terza, lui finalmente arriva e io lo sgrido, capirà che ogni volta che si avvicina al padrone questo inspiegabilmente lo mette in punizione. Se le prime volte risulta un po’ sordo al richiamo, niente paura, e soprattutto aspettate che arrivi lui, non corretegli incontro: potrebbe pensare che avete voglia di giocare e comincerà a correre più forte di voi, eccitandosi sempre di più e diventando letteralmente imprendibile.


La condotta al guinzaglio

Anche da adulto un pinscher che tira al guinzaglio come un forsennato è sempre gestibile, ma perché non insegnargli una corretta condotta?

Un cane che cammina educatamente a fianco del padrone e che non tira nemmeno se vede un suo simile costituisce un ottimo biglietto da visita, soprattutto nei confronti di chi pensa che il pinscher sia il classico cagnetto isterico e rissoso.

Il cane deve imparare a non tirare mai, in nessuna circostanza, da subito, ovvero da quando è un cucciolo di pochi mesi e di pochi chili, è sbagliatissimo pensare che oggi lo si controlla benissimo e che c’è sempre tempo per educarlo.

Mettiamogli collare e guinzaglio e mettiamoci alla sua destra (questa disposizione sarà utile anche se dovrà sfilare in esposizione), poi aspettiamo una sua reazione: potrebbe scattare in avanti e tirare, oppure non sedersi e non avere alcuna voglia di seguirvi.

Nel primo caso basta dare uno strattone al guinzaglio accompagnandolo da un deciso «no!», nel secondo dobbiamo chiamarlo con dolcezza fino a che si decide a seguirci. È bene fare le prime lezioni senza distrazioni, rendendole man mano più difficili: camminare per strade trafficate e rumorose, incrociare persone o altri cani.

Se il guinzaglio costituisce ancora un problema per voi, non esitate e rivolgervi all’allevatore o a un buon centro di addestramento, prima si risolvono i problemi e meglio è.

La scelta del collare è molto importante: nonostante il nome, il collare a strangolo o a semistrangolo non è uno strumento di tortura ed è del tutto innocuo, anche perché è difficile trovare un pinscher in grado di strozzarsi tirando al guinzaglio, il che può avvenire più facilmente con la cosiddetta pettorina, una sorta di collare, solitamente di pelle, che viene fatto passare sotto le ascelle. È proprio con questo tipo di collari che il cane, non sentendo la pressione al collo, si permette di tirare come un forsennato, senza contare che con la pettorina il cane tende a camminare con le zampe aperte, per alleviare il senso di fastidio provocato dal cuoio sulla sua pelle sottile.

 

Il comando «seduto»

Questo comando è molto utile soprattutto quando si deve lasciare il cane per qualche tempo e si vuole evitare che resto in piedi troppo a lungo. Esiste un sistema per far imparare questo comando in tutta dolcezza, senza ricorrere a sistemi coercitivi ma sfruttando come al solito il rinforzo positivo.

Tenendo in mano uno dei suoi bocconcini preferiti, lo si fa annusare al piccolo, contemporaneamente, con l’altra mano, si esercita una lieve pressione sulla groppa dicendo, con voce calma, la parola «seduto». Non appena il piccolo si sarà seduto gli daremo l’agognato bocconcino senza avere paura di esagerare con i complimenti.

Quando avrà imparato, si potranno aumentare le difficoltà, ad esempio premiandolo solo quando il comando è eseguito subito, oppure quando il comando è rispettato per diverso tempo.

 

Il comando «terra»

Per insegnare questo comando si parte dalla posizione di seduto: tenendo in una mano il bocconcino di cui sopra, lo abbasseremo pian piano davanti al muso del cane, che tenderà ad allungare le zampe anteriori per assumere autonomamente la posizione di «terra»; nel frattempo noi diremo, sempre con voce calma e pacata, la parola «terra», non risparmiando né in leccornie né in complimenti a esercizio correttamente seguito.

Una gratificazione alimentare è importante nelle prime lezioni, poi potranno essere sufficienti le gratificazioni verbali, l’unica accortezza è quella di fare più lezioni di breve durata: il pinscher è un cane molto pwhiteisposto all’addestramento e molto recettivo, ma lezioni troppo lunghe possono annoiarlo e deconcentrarlo.

Ricordatevi soprattutto di fare eseguire i comandi per tutto il tempo che noi vogliamo: spesso un pinscher è bravissimo a mettersi seduto o a terra appena diamo l’ordine, ma a restarci solo per pochi secondi, cosa che lo rende inutile e inefficace.

 

Il comando «stai» o «resta»

Una volta che il vostro pinscher ha ben recepito i comandi terra e seduto, deve imparare a mantenerli per il tempo che noi desideriamo. È il comando, in pratica, che ci permette di portare in giro un cane perfettamente educato, perché un cane che obbedisce ai comandi solo per pochi secondi, nella vita pratica, è come un cane che non obbedisce affatto.

Per insegnare il resta dobbiamo metterci a fianco del cane, senza chiamarlo (lo metteremmo subito in allarme) e ripetere l’ordine ogni qualvolta accenna a muoversi, mantenendolo nella posizione voluta. Successivamente ci allontaneremo, rimettendo il cane seduto o a terra non appena accenna a muoversi e lodandolo quando resta immobile e lo faremo restare così per tempi sempre più lunghi.

Il corwhiteo del nuovo arrivato

 

Il vostro pinscherino non è ancora entrato in casa che già deve essere pronto il suo «corwhiteo»: ciotole per acqua e cibo (preferite quelle in metallo, se sono in plastica possono restare vittima dei suoi dentini), collarino e guinzaglio, una morbida cuccia, spazzola, cibo secco, giornali (per abituare il piccolo a sporcare sempre nello stesso posto), giocattoli, ossi di pelle di bufalo.

E il cappottino? L’istinto di protezione che suscita un pinscher è inversamente proporzionale ai chili di peso, ma ricordate che è un cane sano e robusto e quindi, se abituato a una vita attiva, il cappottino può essere un optional, a meno che non siano previste lunghe soste al fwhitedo. Cappottino sì, invece, per i cuccioli che affrontano il loro primo inverno e per i soggetti anziani o convalescenti. Un impermeabile, al contrario, può essere molto utile nelle giornate di pioggia: è vero che il pelo del pinscher è corto, ma con un’adeguata protezione ci risparmieremo parecchi minuti per asciugarlo.

Un acquisto molto pratico è il trasportino: che sia di ferro o di materiale plastico non solo è utile per viaggiare in auto, treno o aereo ma è ottimo anche portarlo alle esposizioni e, inoltre, può costituire un comodo rifugio per il cane se viene collocato in una zona tranquilla della casa.

 


 


Le origini

 

Anche se è una razza ufficialmente abbastanza recente, il pinscher nano ha una storia molto antica: alcuni esperti, infatti, fanno risalire le sue origini al canis palustris, un cane di taglia medio-piccola vissuto ai tempi delle palafitte. A conferma di questa teoria sono state ritrovati, nelle vicinanze dei laghi di Bodman, Biel e Costanza, reperti archeologici che confermano che già in quel periodo esistevano cani molto simili all’attuale pinscher.

È probabile, quindi, che la razza sia arrivata fino a noi riuscendo a mantenersi pressoché inalterata.

Pare, comunque, che cani molto simili allo zwegrpinscher esistessero da secoli in Germania e nel nord Europa,certamente si trattava di cani più grossolani dei pinscher attuali ed era prassi comune tagliare coda e orecchie per salvaguardare questa delicate estremità da morsi e ferite, dal momento che venivano regolarmente impiegati nella custodia di stalle e fattorie, ma anche nella caccia al cinghiale e animali nocivi in genere, specialmente ratti, dai cui i nomi rattler o rattenfänger.

Una valida testimonianza iconografica si può ammirare niente meno che nella cappella Sistina: nell’affresco «Le prove di Mosè» il celebre pittore fiorentino Sandro Botticelli ha infatti immortalato un cane dalle fattezze assai simili a quelle del pinscher. Ma per avere notizie più sicure occorrerà attendere il 1835, quando il dottor H. G. Reichenbach, nell’opera «Der Hund in seinen Haupt ind Nebenrassen» (il cane nelle sue razze principali e secondarie) cataloga le razze principali conosciute allora: gli spitz, i cani setosi e i barboni, i levrieri e i bracchi, i cani da guardia e da caccia. I pinscher a pelo liscio facevano parte dei cani da caccia, quelli a pelo ruvido (i futuri schnauzer) erano invece classificati nei barboni. Reichenbach cercò anche di stabilire gli antenati dello zwergpincher, ipotizzando immissione di sangue, oltre che di pinscher a pelo liscio di taglia inferiore al normale, anche di bassotto a pelo liscio, di piccolo levriero italiano e di carlino. Secondo Reichenbach i soggetti di allora erano soprattutto di colore nero, solo più tardi il pinscher rosso (chiamato reh pinscher, dal nome di un piccolo cervo allora diffuso nelle foreste tedesche) cominciò a godere di una crescente diffusione.

Nelle esposizioni canine non c’era differenza tra pinscher a pelo liscio pinscher a pelo ruvido e alla mostra di Amburgo, del 1876, infatti, i due tipi sfilarono su un unico ring. Entrambi vennero immortalati da un pittore amburghese di animali, Jean Bungartz, grazie al quale possiamo farci un’idea dell’aspetto dei pinscher dell’epoca: sia i ruvidi sia i lisci avevano un aspetto decisamente rustico ed erano caratterizzati da coda e orecchie mozzate, una pratica che si è mantenuta sino ai giorni nostri, dal momento che il cambio di standard che vieta il taglio è, sia per i pisncher sia per gli schnauzer, molto recente.

Tornando alle fonti bibliografiche merita una segnalazione l’austriaco Fitzinger, che nel suo libro «Der Hund und Seine Rassen» (il cane e le sue razze) del 1876 fa riferimento a pinscher setosi e ruvidi senza però raggrupparli in un unico tipo. Si parla di pinscher anche in un’opera del 1985 dal titolo «Buch von den Hunden» (libro delle razze), in cui l’autore, Bernard Wolhofer, riconosce quattro varietà di pinscher allora esistenti: il pinscher tedesco a pelo ruvido, il pinscher nano a pelo ruvido, il pinscher tedesco a pelo liscio e il pinscher nano a pelo raso, ovvero il futuro zwergpinscher.

Come si vede pinscher tedesco e pinscher nano erano già fissati ancor prima che un certo Louis Dobermann decidesse di creare, utilizzando una sua femmina di pinscher, il dobermann, destinato a diventare una delle più diffuse e apprezzate razze da difesa. A creare ulteriore confusione, però, è il fatto che nei Paesi anglofoni il dobermann viene chiamato dobermann pinscher, ma tra zwergpinscher e dobermann non c’è nessuna parentela, anche se molti si ostinano a vedere il primo, soprattutto se nero-focato, una sorta di dobermann in miniatura.

Di fatto fu la fondazione del German Pinscher-Schnauzer Klub (PSK), fondato a Colonia da Joseph Berta il 3 marzo 1895, a sancire la divisione tra pelo duro e pelo liscio e a decretare la nascita ufficiale dello zwergpinscher, di cui era peraltro già esistente uno standard whiteatto nel 1880 dal cinofilo e pittore animalista Joseph Strebel. La registrazione del primo pinscher nano al Libro delle Origini tedesco è del 1900, in occasione dell’esposizione di Stoccarda.

In passato il pinscher nano era conosciuto anche come piccolo terrier tedesco a pelo liscio e questo ha creato una certa confusione sul fatto che la razza possa essere o meno considerata un terrier, anche perché per quanto riguarda i progenitori della razza era stato fatto il nome del toy terrier black and tan, una razza effettivamente molto antica. Un libro del 1897 scritto da Bylandt e intitolato «Les Races des Chiens» cita del resto il terrier tedesco a pelo ruvido e quello tedesco a pelo liscio. Che ci sia effettivamente sangue di terrier o meno, è però sicuro che del terrier il pinscher nano possiede il temperamento vivace e coraggioso.

 

Un nome controverso

Molto si è detto e scritto sull’origine del nome della razza e se sulla parola zwerg non ci sono dubbi (significa semplicemente nano) sulla parola pinscher le ipotesi sono tante. Per alcuni il termine deriverebbe dall’inglese to pinch, che vuol dire pizzicare, per altri dal tedesco picken, che significa beccare, ed entrambe le accezioni farebbero riferimento al tipico modo di mordere della razza. Secondo altri esperti la derivazione sarebbe anglosassone, dal verbo to pinch off, e si riferirebbe alla tipica coda mozzata. Un’ipotesi completamente diversa proviene dagli Austriaci, che peraltro rivendicherebbero la paternità della razza: pinscher starebbe a indicare il cane di Pinzgau, una regione alpina nei pressi di Salisburgo.

 

Lo zwerg cane da difesa e utilità?

 

Fino al 1989 lo zwergpinscher, insieme allo zwergschnauzer, era classificato nel gruppo dei cani da compagnia. Una successiva classificazione che ha dato maggior importanza non tanto all’impiego attuale quanto alle origini lo ha trasferito nel gruppo dei cani da difesa e utilità.

Sicuramente i pochi chili di peso e l’altezza rasoterra non lo rendono cwhiteibile né come impavido difensore del proprio padrone né incorruttibile guardiano della proprietà, ma la spiccata intelligenza, la grande pwhiteisposizione a recepire i comandi e la notevole addestrabilità, unite a sensi sempre all’erta, ne fanno un ottimo allertatore e un compagno facile da educare con cui potersi dedicare, se si vuole, all’addestramento sportivo, né più né meno come un dobermann.

 

La diffusione oltreconfine

 

L’Italia resta, comunque, il Paese europeo con il più alto numero di iscrizioni annuale, superiore persino alla Germania, patria della razza.

Nel 2007, infatti, sono stati registrati in terra tedesca solo 192 zwergpinscher (quasi quanto i pinscher), in Francia (dati del 2006) 450, in Spagna (2007) 445, in Olanda (2006) 58, mentre in Portogallo i soggetti registrati sono ben 622, cifra che pone la razza al sesto posto per numero di iscrizioni.

Nei Paesi anglofoni il pinscher è conosciuto come miniature pinscher (o addirittura Min Pin) ed è classificato nel gruppo dei toy (cani da compagnia). In Gran Bretagna sono stati registrati (dati del 2007) 331 zwergpinscher, non male se si tiene presente che il suo più diretto antagonista, il toy terrier black and tan, cui peraltro somiglia tantissimo, si è fermato a quota 114; il primo soggetto registrato dal Kennel Club inglese, nel 1938, si chiamava Jessy von Adelheim ed era nato nel 1936, mentre il Miniature Pinscher of Great Britain è state fondato nel 1963.

In Gran Bretagna c’è una maggior varietà di colori previsti per il mantello: white (rosso in tutte le sue sfumature), black and tan (nero e focato), chocolate and tan (cioccolato e focato), blue and tan (blu e focato), cui si aggiungono quelli non ammessi dallo standard, cioè lo stag white (rosso cervo, rosso mescolato di peli neri), isabella fawn (fulvo con macchie focate) e harlequin (bianco con macchie nere).

Negli Stati Uniti, dove è ancora possibile tagliare sia coda sia orecchie, la razza è discretamente diffusa (9615 i soggetti registrati nel 2006) ; i primi pinscher nani cominciarono a essere importati intorno agli anni Venti e il primo soggetto registrato dall’American Kennel Club risale al 1925. Quattro anni più tardi veniva fondato il Miniature Pinscher Club of America e la razza veniva classificata inizialmente tra i terrier, l’anno successivo sarà trasferita nel toy group, assumendo la dedinitiva denominazione di Miniature Pinscher nel 1972. Curiosamente lo standard AKC del 1935, alla voce «aspetto generale», lo definiva una versione miniatura del dobermann pinscher, mentre nel nuovo standard, datato 1950, ogni riferimento al dobermann è stato eliminato.

 

La diffusione in Italia

 

Il pinscher nano è presenta da tempo nel nostro Paese, grazie soprattutto a due allevatori, oggi non più in attività, che hanno dato un importante contributo all’allevamento della razza: la prima è Amalia Asquasciati, con l’allevamento «dei Folletti», il secondo è Luciano Bernini, con l’allevamento «del Narciso».

Nel corso degli anni il numero di allevatori è via via aumentato, anche se va detto che lo zwergpinscher non è mai stato un cane molto diffuso in Italia, almeno non i soggetti provvisti di pedigree. Solamente nel 2003, infatti, si sono superate le mille unità, e comunque le perdite e gli incrementi di iscrizioni ai Libri Genealogici sono sempre molto contenuti, a conferma che è una razza che non ha mai vissuto un periodo di boom improvviso né, al contrario, di un crollo totale.

Ecco le iscrizioni ai Libri Genealogici degli ultimi anni. C’è stato un cambio di denominazione dei Libri: il Libro Origini Italiano (LOI) è diventato Registro Origini Italiano, e il Libro Italiano Riconosciuti (LIR) è diventato Registro Supplementare Riconosciuti (RSR).

 

anno

LOI/ROI

LIR/RSR

totale

1970

128

3

131

1971

174

2

176

1972

288

0

288

1973

299

25

324

1974

328

39

367

1975

405

25

430

1976

488

23

511

1977

458

17

475

1978

533

19

552

1979

583

15

598

1980

635

6

641

1981

628

15

643

1982

711

13

724

1983

659

5

664

1984

668

18

686

1985

684

5

689

1986

634

9

643

1987

767

3

770

1988

817

6

823

1989

778

6

784

1990

880

7

887

1991

663

2

665

1992

483

2

485

1993

467

1

468

1994

533

0

533

1995

583

1

584

1996

557

5

562

1997

561

0

561

1998

684

3

687

1999

642

11

653

2000

757

1

758

2001

931

5

936

2002

950

12

962

2003

1072

8

1080

2004

982

11

983

2005

948

9

957

2006

956

10

966

2007

   

859

 

 

Un nuovo pinscher?

 

Che lo si voglia o no, bisogna prendere atto che, tra modifiche dello standard e ordinanze ministeriali, lo zergpinascher del nuovo millennio sarà con coda e orecchie integre. Ci dovremo abituare a coda a scimitarra o arrotolate e a orecchie piegate o portate naturalmente erette (ma anche, spesso, svolazzanti), così come si sono abituati gli appassionati di altre razze, chi senza problemi (rottweiler, alano, schnauzer) chi tra molte perplessità (boxer, dobermann).

In un mondo sempre in evoluzione anche il pinscher nano sta cambiando, l’importante è che continui a restare il «piccolo grande cane» che ha fatto innamorare tantissimi cinofili.

FCI Standard N° 185 / 18.04.2007

ZWERGPINSCHER

ORIGINE: Germania

DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 06.03.07

UTILIZZAZIONE: cane da casa e da compagnia

CLASSIFICAZIONE FC.I.: Gruppo 2 Cani di tipo Pinscher e Schnauzer Molossoidi – Cani da Montagna- Bovari Svizzeri e altre razze

Sezione 1 Cani tipo Pinscher e Schnauzer Senza prova di lavoro

BREVE CENNO STORICO: Già all’inizio del 20° secolo, il numero degli Zwergpinscher era consistente e, nel 1925, il libro delle origini portava già non meno di 1300 iscrizioni di questa razza. Delle diverse varietà di colore, come per il Pinscher, si selezionarono solo i cani di colore nero con focature più chiare e i monocolori da rosso a rosso- marrone.

ASPETTO GENERALE

Lo Zwergpinscher è un modello ridotto del Pinscher, esente da qualsiasi accenno di nanismo. Elegante, il suo pelo raso mette in evidenza la sua costruzione nel quadrato.

PROPORZIONI IMPORTANTI

  • Il rapporto lunghezza/altezza deve far apparire la sua costruzione il più possibile nel quadrato

  • La lunghezza della testa (misurata dalla punta del tartufo all’occipite) corrisponde alla metà della lunghezza della linea superiore (considerata dal garrese all’inserzione della coda)

COMPORTAMENTO – CARATTERE

Sveglio, di un temperamento vivace, sicuro di sé e di un carattere equilibrato. Queste qualità fanno di lui un compagno piacevole sia come cane di famiglia che da compagnia.

TESTA

REGIONE DEL CRANIO

Cranio: forte, allungato, senza un occipite marcatamente sporgente. La fronte è piatta e parallela alla canna nasale.

Stop: leggero, ma definito

REGIONE DEL MUSO

Tartufo ben sviluppato e sempre nero

Muso termina come un cono smussato. Canna nasale diritta

Labbra nere, lisce e aderenti di piatto alle mascelle; commessura delle labbra chiusa

Mascelle/Denti mascella inferiore e superiore potenti: la chiusura a forbice è completa (con 42 denti, secondo la formula dentaria del cane), e forte; i denti si adattano correttamente e sono di un bianco puro. I masseteri sono fortemente sviluppati, senza però dare alle guance uno spiacevole rilievo.

Occhi scuri, di forma ovale; i bordi delle palpebre sono pigmentate di nero e sono strettamente aderenti al globo oculare

Orecchi eretti, ripiegati e pendenti, attaccati alti, a forma di V, puntano verso l’avanti in direzione delle tempie, e il loro interno aderisce strettamente alle guance; le pieghe parallele, non devono superare la sommità delcranio.

COLLO

nobilmente arcuato, non troppo corto, s’inserisce morbidamente nel garrese; asciutto, senza giogaia o pelle rilassata; la pelle della gola è strettamente aderente senza formare alcuna piega.

CORPO

Linea superiore leggermente discendente dal garrese verso il posteriore

Garrese è il punto più alto della linea dorsale

Dorso forte, corto e teso

Rene forte. La distanza fra l’ultima costola e l’anca è breve, così che il cane risulta compatto

Groppa va fondendosi impercettibilmente con l’inserzione della coda in una lieve curva.

Torace moderatamente ampio, di sezione ovale, raggiunge il gomito. Il petto è distintamente segnato dalla punta dello sterno.

Linea inferiore e ventre i fianchi non sono troppo rilevati: Con la parte inferiore della cassa toracica, la linea inferiore disegna una curva elegante.

 

CODA

naturale; l’obiettivo da raggiungere è una coda a sciabola o a falcetto

 

ARTI

ANTERIORI

In generale visti dal davanti gli arti sono forti, diritti e non ravvicinati fra loro; visti di lato, gli avambracci sono diritti

Spalle la scapola è ben aderente alla cassa toracica ed è molto muscolosa su ambedue i lati della spina scapolare, e sporge dalle apofisi spinose delle vertebre toraciche. Il più obliqua possibile e ben rivolta verso il dietro, forma un angolo di circa 50° sull’orizzontale.

Braccio aderente al corpo, forte e ben muscoloso, forma un angolo da 95 a 105° con la scapola.

Gomito correttamente aderente, non deviato in fuori né in dentro.

Avambraccio fortemente sviluppato e ben muscoloso. Completamente diritto visto dal davanti e di lato

Carpo forte e fermo

Metacarpo forte e leggermente elastico. Visto dal davanti verticale, visto da lato, leggermente inclinato rispetto al terreno

Piede anteriore forte e rotondo. Le dita sono ben strette fra loro e arcuate (piede di gatto); cuscinetti resistenti, unghie corte, nere e forti.

POSTERIORI

In generale obliqui se visti da lato, paralleli, ma non troppo ravvicinati, se visti da dietro.

Coscia moderatamente lunga, ampia, fortemente muscolosa

Ginocchi non deviati in fuori né in dentro.

Gamba lunga e forte, con buoni tendini, che s’inserisce in un garretto solido

Garretto marcatamente angolato, forte, fermo, non deviato in dentro né in fuori

Metatarso perpendicolare al terreno

Piede posteriore un po’ più lungo dell’anteriore. Dita ben unite e arcuate. Unghie corte e nere

 

ANDATURA

lo Zwergpinscher è un trottatore. Nel movimento il suo dorso rimane fermo e piuttosto saldo. Movimento armonioso, energico, sicuro e sciolto con buon allungo. Il trotto tipico è allungato, morbido e fluente, con buona spinta del posteriore e libera estensione dell’anteriore.

 

PELLEsu tutto il corpo è strettamente aderente ai tessuti sottostanti

 

MANTELLO

PELO raso e folto, liscio, fitto e brillante senza zone prive di pelo

COLORE

  • Monocolore : rosso cervo, marrone rossiccio fino al marrone rosso scuro.

  • Nero focato: nero lacca con focature rosse o marroni. Si ricercano le focature il più possibile scure, intense e nettamente definite.

Le focature sono distribuite come segue: sopra gli occhi, alla gola, ai metacarpi, sui piedi, all’interno degli arti posteriori, sotto la radice della coda, e in forma di due triangoli regolari, nettamente separati, sul petto

 

TAGLIA E PESO

Altezza al garrese Maschi e Femmine: da 25 a 30 cm

Peso Maschi e Femmine . da 4 a 6 kg

 

DIFETTI: qualsiasi deviazione a quanto sopra deve essere considerato come difetto che sarà penalizzato a seconda della sua gravità

E in particolare:

  • Costruzione in genere pesante o leggera. Soggetto basso o alto sugli arti

  • Cranio pesante o rotondo

  • Rughe sulla fronte

  • Muso corto, appuntito o stretto

  • Chiusura a tenaglia

  • Occhi chiari, troppo piccoli o troppo grandi.

  • Orecchi inseriti bassi, molto lunghi o non portati simmetricamente

  • Zigomi fortemente sporgenti

  • Pelle rilassata alla gola

  • Dorso troppo lungo, arcuato o cedevole

  • Dorso cifotico

  • Groppa avvallata

  • Piedi allungati

  • Ambio

  • Movimento steppante, con arti troppo levati in alto

  • Pelo rado

  • Moschettature, scriminatura nera lungo la linea mediana del dorso, sella scura e mantello schiarito o pallido

  • Taglia inferiore o superiore di 1 cm. alle norme dello Standard

 

DIFETTI GRAVI

  • Insufficienza di tipicità sessuale (esempio: femmina mascolina)

  • Aspetto generale gracile

  • Testa a mela

  • Mancanza di parallelismo alle linee cranio facciali

  • Gomiti deviati in fuori

  • Posteriori sotto di sé

  • Posteriori diritti o a botte

  • Garretti deviati in dentro

  • Taglia inferiore o superiore di più di 1 cm. e meno di 2 cm. alle norme dello Standard

DIFETTI ELIMINATORI

  • Comportamento pauroso, aggressivo, cattivo, esageratamente diffidente, nervoso

  • Malformazione di qualsiasi genere

  • Soggetto insufficientemente tipico

  • Difetti alla chiusura della bocca, come enognatismo, prognatismo o deviazione delle arcate degli incisivi

  • Difetti gravi che riguardano la struttura, il pelo o il colore

  • Taglia inferiore o superiore di più di 2 cm.. alle norme dello Standard

Qualsiasi cane che presenti, in modo evidente, anomalie d’ordine fisico o comportamentale, sarà squalificato.

 

 

 

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto

 

Aggiungiamo allo standard sopra riportato alcune informazioni generiche in merito al carattere dello zwergpinscher:

Il carattere dello zwergpinscher

Cosa si intende per carattere? Una definizione accettabile potrebbe essere quella di «insieme di tratti psichici e comportamentali che distinguono un individuo dall’altro».

Il carattere di un cane si misura e contraddistingue da due elementi, quello dell’affettività e quello della territorialità, il primo è relativo ai rapporti che esso instaura con gli elementi del branco (i suoi simili o il nucleo familiare) il secondo è relativo, invece, all’interazione con l’esterno, con l’ambiente che lo circonda e ai rapporti con gli individui (sia canini sia umani) con cui entra in contatto.

Quando si parla di carattere tipico della razza, si intende che un suo rappresentante deve rispettare i requisiti previsti dallo standard ed essere esente da quelli che invece vengono considerati difetti.

Purtroppo quando si tratta di cani di piccola taglia la tipicità del carattere sembra quasi un elemento di scarsa importanza: un pinscher mordace e aggressivo, o uno così pauroso da temere anche la sua ombra, in definitiva, fa una pessima pubblicità alla razza, ma non sarà mai pericoloso come un pit bull o un rottweiler!

Questo è un pensiero errato, perché se esiste uno standard è giusto che il mio pinscher possieda, non solo le caratteristiche morfologiche ma anche caratteriali richieste dallo standard.

Per questo è giusto, anche per un cane tipicamente da compagnia, analizzare quelle che sono considerate le componenti principali del carattere.

Le componenti del carattere

Sono aspetti del carattere variabili e individuali, quindi anche se si può fare una media di quanto essi siano presenti nella razza, lo possono essere in modo diverso da un soggetto ad un altro.

Sembra strano parlare di aggressività, tempra o coraggio in un cane di piccola taglia, ma adesso che il Club ha introdotto l’esame di Selezione, è fondamentale prenderli in esame.

Tempra

Indica l’idoneità del cane a resistere ad azioni o stimoli esterni di natura spiacevole, è inversamente proporzionale alla docilità ed è correlata al coraggio.

Un cane può avere tempra molle o tempra dura: nel primo caso ogni problema, ogni ostacolo gli sembrerà insuperabile, ogni esperienza negativa contribuirà a renderlo timoroso e insicuro nel secondo caso esso sembrerà indifferente a ogni ostacolo che incontra, compreso il tentativo del proprietario di stabilire una scala gerarchica. In genere un buon cane da famiglia dovrebbe possedere tempra media, che è quella che caratterizza la maggior parte dei pinscher nani.

Temperamento

Indica la capacità (intensità e velocità) di reagire agli stimoli esterni, è proporzionale al livello di curiosità ed è correlato alla vigilanza. Un cane di buon temperamento reagirà con sufficiente prontezza di reazione a qualsiasi situazione, sia piacevole, come il richiamo del padrone, sia spiacevole, come la difesa da un aggressione. Sulla rapidità di reagire agli stimoli del pinscher non si discute: basta poco per metterlo in allarme e segnalare che qualcosa quel che non va!

Docilità

Indica la pwhiteisposizione ad accettare l’uomo come superiore gerarchico, è inversamente proporzionale alla tempra e non va confusa con la sottomissione o la timidezza.

Un cane privo di docilità è ingestibile, perché incapace di instaurare un rapporto gerarchico con il padrone, non disponibile ad ascoltarlo e ovviamente assai propenso a farlo contento, viceversa se fosse troppo docile tenderebbe a dipendere dal padrone, incapace di prendere decisioni autonomamente. Un buon cane deve essere felice di collaborare con l’uomo e ansioso di apprendere, in questo senso la docilità nel pinscher è ben sviluppata, i pinscher ribelli, maschi in particolare, sono in genere delle eccezioni.

Aggressività

Indica la capacità, innata o acquisita, di reagire aggwhiteendo a una minaccia o a un atteggiamento che il cane percepisce come minaccioso. Nel caso dei canidi selvatici i comportamenti aggressivi sono finalizzati a procurarsi il cibo o a stabilire la posizione gerarchica nel branco, nel caso del cane domestico l’aggressività è stata selezionata soprattutto nelle razze adibite alla difesa e alla guardia.

Diverse sono le cause che possono indurre comportamenti aggressivi: la dominanza sociale, il dolore, la paura, la pwhiteatorietà, le difesa del territorio.

L’aggressività da dominanza sociale si manifesta molto di frequente, soprattutto in certe razze e in particolare nei maschi. Nel branco dei lupi esiste una precisa scala gerarchica che può comunque essere messa in discussione per vari motivi, solitamente quando per il capobranco (il maschio alfa) che invecchia diventa sempre più difficile difendere il proprio ruolo di leader e si affacciano molti pretendenti desiderosi solo di prendere il suo posto.

Trasferito nell’ambiente domestico è quanto succede con un giovane cane dominante appena messo piede nella nuova casa: comincia a mettere in discussione il ruolo di capobranco del padrone e, se questo non è in grado di «inquadrarlo», da subito, i problemi si fanno davvero seri, saranno ovviamente limitati dalla piccola taglia, ma renderanno comunque difficile la convivenza.

L’aggressività indotta dal dolore può interessare qualsiasi cane, per questo è molto importante che esso nutra nei confronti del padrone la massima fiducia, che va conquistata con un tono di voce calmo e rassicurante, ma anche con fermezza, evitando atteggiamenti iperprotettivi che sono più controproducenti che altro. Il trucco è avvicinarsi all’animale parlandogli a voce bassa, premiandolo con parole di lode o un bocconcino quando si riesce a toccare e a manipolare. È molto importante riuscire in questo, anche perché se il nostro amico ha fiducia in noi, sarà anche più ben disposto a farsi manipolare dal veterinario e, se frequenterà le esposizioni, dal giudice.

L’aggressività da paura è tipica di cani che hanno subito particolari traumi e, nei cani di piccola taglia, si manifesta in particolare nei soggetti che abbiano subito aggressioni da altri cani. Se questi episodi avvengono durante la crescita del cucciolo, è molto probabile che i suoi rapporti con i suoi simili saranno compromessi, determinando un atteggiamento difensivo che si manifesta con ringhi e denti bene in vista.

L’aggressività pwhiteatoria è un comportamento che il cane ha ewhiteitato dai suoi antenati e che è stato selezionato dall’uomo nelle razze da caccia. Ogni animale che si muova costituisce per il cane una pwhitea, che diventa ancor più «ghiotta» quando quest’ultima si dà alla fuga. Lasciate libero il vostro pinscher in giardino: scoprirete quando gli piace osservare il volo di un uccello, cercare di afferrare un insetto!

Coraggio

Indica la capacità di affrontare con fermezza una situazione pericolosa, cui il cane potrebbe sottrarsi con facilità. Sul coraggio del pinscher nano non si discute, soprattutto nel rapporto con i suoi simili: il confronto con cani di taglia ben maggioreper lui non è certo un problema, anzi lo potrebbe diventare per il padrone, perché le conseguenze di un confronto impari, in un cane cui il pelo non costituisce alcuna protezione, possono essere notevoli.

Vigilanza

Indica la capacità di reagire a uno stimolo di qualsiasi natura, olfattivo, visivo, o uditivo provocato dall’avvicinamento di un estraneo.

Strettamente collegati alla vigilanza sono il tempo di attenzione (la frazione di tempo in cui il cane è disponibile a prestare attenzione agli avvenimenti) e il territorio. Un pinscher nano possiede una spiccata vigilanza, tanto è vero che, se in compagnia di un cane di dimensione maggiore, rappresenta un elemento di guardia insuperabile: il piccolo pronto a recepire ogni minimo allarme allerta il grande cui, per la sua mole, tocca il lavoro «sporco».

Curiosità

Indica la voglia e la capacità del cane di interessarsi a quanto lo circonda ed è alla base dell’attitudine a esplorare il territorio che nel cane si manifesta già alla quarta-quinta settimana di vita. La curiosità non deve mai essere repressa perché riveste un ruolo fondamentale nell’addestramento (ad esempio se vogliamo dedicarci all’agility), quindi appena il cucciolo entra nella nuova casa permettiamogli di esplorare il territorio senza castrare questo suo naturalissimo istinto.

Socievolezza

Indica la capacità che ha il cane, di inserirsi agevolmente in qualsiasi ambiente, riuscendo a comunicare sia con l’uomo sia con i suoi simili.La socievolezza del pinscher nano in genere non è altissima, perché tende a mantenere un atteggiamento riservato nei confronti di persone e animali che non conosce, pur non manifestando palese aggressività.

Possessività

Deriva dal comportamento pwhiteatorio e indica la propensione alla presa di possesso; nei cuccioli è espressione di competitività. La possessività può manifestarsi nei confronti del padrone (ci sono cani così gelosi del padrone che non permettono a nessuno di avvicinarlo), nei confronti dei giochi o della propria cuccia: è importante rimettere in riga il cane appena comincia a far vedere i denti se non si vuole che la situazione peggiori.

Il pinscher nano in famiglia?

Fiero, indomito, con un coraggio da leone: sembrano caratteristiche tipiche del cane di grande taglia, ma sono anche le caratteristiche del pinscher nano. Nonostante questo si tratta di una razza ideale per vivere in famiglia, anzi della famiglia si sente parte integrante a tutti gli effetti. Adora vivere con tutti i membri della casa, stupisce tutti per la sua carica inesauribile ma sa anche, quando è necessario, stare al suo posto. Non va trattato come un animaletto fragile bisognoso di continue protezioni, va fatto sentire il cane che è, in tutta la sua spiccata personalità. Le piccole dimensioni aiutano il suo inserimento in casa, si accontenta di una cuccia di modeste dimensioni, il pelo raso richiede pochissime cure e può essere portato al guinzaglio anche dai piccoli di casa

Il pinscher nano con i bambini

La vivacità e l’energia di un pinscher nano ben si adattano ai più piccoli, di cui diventa ben presto un prezioso compagno di giochi. È fondamentale che il bambino impari ad avere rispetto del proprio amico, a giocare con lui ma anche a rispettare i suoi spazi, a non toccare le sue ciotole e i suoi giochi, a non toccarlo all’improvviso mentre sta dormendo, a rispettarlo quando, ormai anziano, non avrà più voglia di giocare ma solo di coccole e attenzioni.

Poche accortezze e molto buon senso renderanno il rapporto cane-bambino ideale

 

Il pinscher nano con i bambini

Una grande dote dello zwergpinscher è il suo spiccato senso di adattamento, che lo rende un cane ideale per tutte le tipologie di padrone. Con gli anziani saprà contenere la sua vitalità trasformandosi in un tranquillo compagno che saprà camminare docilmente al guinzaglio senza tirare come un forsennato.

Il pinscher nano con gli altri cani

Il rapporto di un pinscher nano con i propri simili dipende molto da come il cane è cresciuto a dal suo grado di socializzazione. Ci sono pinscher assolutamente intrattabili che non sopportano gli altri cani dello stesso sesso e ci sono, all’opposto, pinscher che giocano con tutti e dimostrano indole amichevole verso qualsiasi quattro zampe.

Il pinscher nano con gli altri animali

Il senso pwhiteatorio è molto sviluppato nel pinscher nano, quindi la convivenza con un altro animale (gatti, topolini, uccellini) sarà più semplice se gli darà la possibilità di conoscere il nuovo animale in giovane età.

Il pinscher nano come cane da guardia?

Più che di un ottimo cane da guardia vero e proprio, sarebbe il caso di parlare di un ottimo segnalatore: appena sente un rumore che per lui è insolito, lo zwergpinscher comincia ad abbaiare finché non interviene il padrone; avendo piene coscienza della propria mole, infatti, difficilmente arriverà ad affrontare l’intruso, cercando di tenerlo a bada abbaiando (la sua voce ha un timbro profondo, assai diverso dalle abbaiate squillanti degli altri cani toy) ma tenendosi a rispettosa distanza. Non dovete però avere paura di portarvi a casa un cane eccessivamente «abbaione» e non spaventatevi quando, andando in un allevamento, sentirete una ventina di pinscher vociare a squarciagola! L’unione fa la forza e l’eccitazione fa sentire il suo peso, ma una volta che farà il suo ingresso nella nuova casa, i vocalizzi si faranno sentire solo se necessario

Il secondo decennio del nuovo millennio lo definirei quello della saggezza, e che saggezza :-), quello del consiglio e della vicinanza verso le persone che continuano ad amare questa razza. L'avanzare dell'età si fa sentire e diventa sempre più impegnativo poter partecipare alle esposizioni, o seguire i social in modo assiduo , ma questo non mi impedisce di poter continuare a stare vicino a questa magnifica razza, di poter ancora sfornare piccoli campioni dal mio allevamento e amici imparagonabili per molte persone. 

 

 

 

 

 

I primi anni del nuovo millennio posso definirli come gli anni del cambiamento, sono gli anni in cui tante cose cambiano, cambia lo standard, con l'introduzione del divieto di taglio delle orecchie prima e della coda dopo, inizia a cambiare il modo di comunicare con l'introduzione di internet e il mondo sembra diventare più vicino, cambiano gli spazi nel mio allevamento con sempre più spazio verde per il loro divertimento, ma quello che non cambia è l'impegno e i regali che questa razza sa dare. Se il mondo cambia intorno agli zwergpinscher, loro sembrano non cambiare, continuando a regale a tutti tanta gioia, energia e divertimento.

Sono gli anni in cui i miei cani iniziano ad andare all'estero, presso allevatori in Russia, Austria, Svezia, Francia, gli anni dei primi siti web e del consolidamento di tante amicizie fuori e dentro l'Italia. Nel frattempo continua quell'opera di divulgazione basata sull'editoria scritta. 

 

 

 

 

Parlano di noi - Il Pinscher 2

Il pinscher di Virgilia Corsinovi e Sergio Pancaldi editore "De Vecchi Editore"

 

 

Parlano di noi - Il Pinscher 1

Il pinscher di Filippo Cattaneo editore "De Vecchi Editore"

 

 

Parlano di noi - Il Pinscher

Il pinscher di Filippo Cattaneo editore "De Vecchi Editore"

 

 

Parlano di noi - Il Pinscher Nano

Il pinscher Nano di Lorena Quarta

 

 

Parlano di noi - De Vecchi Editore 2


La scelta del cucciolo

La scelta del cucciolo giusto è fondamentale per qualsiasi razza; nessuno ci obbliga ad avere un cane, quindi dobbiamo essere assolutamente convinti della nostra decisione.

Un cane di piccola taglia come il pinscher nano lo si trova dappertutto, nei negozi di pet shop, nelle fiere del cucciolo,da tanti privati che, avendo una femmina, non vedono l’ora di fare una cucciolata, quindi la scelta del cucciolo è fondamentale: se non vi interessa la tipicità potete trovare un pinscherino senza pedigree o un similpinscher presso un canile (non costa nulla e, in più, fate una buona azione), ma se cercate un vero pinscher e siete disposta a pagare per averlo, è giusto che otteniate quello che desiderate, senza compromessi e soprattutto senza fregature.


 

L’allevamento

Innanzitutto cominciamo a distinguere l’allevamento con affisso da quello che non ce l’ha.

Cos’è l’affisso? Con tale termine si indica il nome scelto dall’allevatore per identificare il proprio.

Un allevamento con affisso può essere una garanzia in più, ma, badate bene, nemmeno il miglior allevatore di questo mondo vi può dare la certezza matematica della qualità del cucciolo: può garantire salute e tipicità, ma un futuro da campione no.

Una volta scelto l’allevamento, prendete i contatti con l’allevatore, chiedetegli di poter visitare il canile e di poter vedere i genitori del cucciolo (la madre sicuramente, il padre potrebbe essere uno stallone di un altro allevamento, nel caso fatevi mostrare una suo foto


L’importanza del pedigree

Il pedigree rappresenta la carta di identità del vostro cane, la sua avvenuta iscrizione al Registro Origini Italiano (quello che oggi si chiama R.O.I. e che fino a qualche anno fa era chiamato L.O.I.). in esso sono riportati il nome del cane, il suo numero di iscrizione, la razza, il sesso e altri dati che ne rendono possibile il riconoscimento, come il colore del mantello (rosso o nero-focato). Viene inoltre riportato l’albero genealogico del cane, con i nomi dei genitori, dei nonni, dei bisnonni e dei trisnonni, accanto ai quali si possono trovare sigle che corrispondono ai titoli conseguiti (B= Ch. Sociale, C= Ch. Estero, D= Ch. Riproduttore.


Addio tatuaggio, oggi c’è il microchip

Già dal 1 gennaio del 2005 il microchip era previsto come unico sistema di identificazione e l’Ordinanza del 20 agosto 2008 del Ministro del lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, non fa che ribadire che è obbligatorio provvedere all’identificazione dei cani attraverso il microchip. Il microchip è una sorta di piccola capsula di materiale biocompatibile che viene iniettata sottocute dietro l’orecchio in maniera del tutto indolore, senza ricorrere ad anestesia.

Se il cane proviene da un allevamento il microchip è già stato inserito dall’allevatore e al padrone spetta solo comunicare alla ASL di competenza il suo codice,


Come deve essere un cucciolo «doc»?

Un pinscher di due mesi è davvero molto piccolo, difficile prevedere come potrà essere da adulto ma qualche «dritta» è possibile darla: anche in tenera età deve essere vivace e socievole, non deve mostrare paura ma anzi voglia di giocare e di socializzare, il pelo deve esser ben lucido e gli occhi vispi, non cisposi né lacrimosi, l’addome non deve esser gonfio (a meno che non abbia appena mangiato) e gli arti devono essere ben diritti, in perfetto appiombo.

Per quanto riguarda la forma degli occhi, se è vero che in un cucciolo possono apparire più tondeggianti, in ogni caso non devono mai essere sporgenti, e per quanto riguarda il colore, se il rosso vi dovesse sembrare troppo chiaro, sappiate che è destinato a scurirsi nel corso dei mesi.


Maschio o femmina?

Con un cane così piccolo il dimorfismo sessuale si limita a una testa un po’ più importante nel maschio, la differenza di taglia nei due sessi è davvero minima.

Spesso la scelta di un maschio viene fatta non tanto perché effettivamente si preferisce il maschio quanto perché si pensa che una femmina crei più problemi per via del calore.

In realtà è vero che la femmina va in calore un paio di volte l’anno (ma non tutte vanno regolarmente ogni sei mesi, in alcuni casi possono passare 7-9 mesi tra un ciclo e l’altro) ma in un cane così piccolo le perdite ematiche sono minime e, in ogni caso, si può ovviare al problema ricorrendo ad apposite mutandine igieniche. È anche vero che ci sono giorni critici in cui la femmina può istintivamente cercare la fuga in cerca del maschio, ma tenendola sempre al guinzaglio il problema è risolvibile.

È invece vero che il maschio è sessualmente recettivo tutti i giorni dell’anno, quindi semmai è lui che può essere particolarmente sensibile a femmine in calore, e in certi casi le crisi amorose possono sfociare in digiuni prolungati, agitazione e continui ululati.

Un maschio, del resto, può risultare tendenzialmente più dominante e necessitare di un padrone di polso fermo, mentre una femmina è in genere più dolce e docile. Nessuna differenza, invece, per quanto riguarda la vigilanza e l’affetto nei confronti della famiglia: in questo caso maschio o femmina si equivalgono.

 

Cosa fare dopo l’acquisto

Una volta portato a casa il cucciolo, comincia per voi la più bella avventura, ma sappiate che quello che ritenete il vostro cane … non è ancora vostro.

Oh bella, l’ho pagato, ce l’ho con me, perché non dovrebbe essere già mio? Perché sul pedigree, alla voce allevatore, c’è il nome del titolare dell’allevamento o del proprietario della fattrice, il vostro nome ancora non compare da nessuna parte.

Non appena arriva il certificato genealogico (ci vorranno alcuni mesi, a volta anche un anno di tempo), quindi, dovrete rivolgervi alla Delegazione Enci più vicina a voi per fare il passaggio di proprietà, con il quale si attesta che, in data X, il cane Pinco Pallino è stato ceduto al signor Rossi. Solo così voi sarete ufficialmente proprietari del vostro cane.

Ecco le altre «incombenze» di ogni neo padrone:

-denunciare la proprietà del cane al Comune di pertinenza

-rispettare il calendario di vaccinazioni programmato dall’allevatore

-esame delle feci per verificare l’esistenza di parassiti intestinali

-continuare a somministrare la dieta per cani in crescita scelta dall’allevatore

-non avere timore di rivolgersi all’allevatore, se è serio sarà sempre disponibile per chiarire ogni vostro dubbio

 

L'educazione del cuocioli

Quando cominciare a educare il cucciolo? Subito, appena mette piede, in casa vostra. Non pensiate mai che è troppo presto, prima capisce chi è il padrone meglio è, anche perché il pinscher ha un carattere forte, comincia subito a mettere alla prova il padrone e ogni cedimento è un buon motivo per approfittarne. La coerenza è la cosa più difficile da insegnare a un buon padrone: spesso, soprattutto chi è alle prime armi come cinofilo, trova quasi crudele imporre limiti e restrizioni a un tenero cucciolo di pochi chili, ma se questo stesso cane impara che i comandi sono fatti per restare inascoltati perché bastano due occhioni dolci per intenerire, è matematicamente impossibile che quegli stessi comandi vengano rispettati quando sarà cresciuto. L’aspetto del pinscher non aiuta: è così piccolo che da suscitare un naturale istinto di protezione anche nel cuore più duro, poi quel suo continuo tremare viene scambiato per brividi di fwhitedo o di paura e chi ha il coraggio di essere fermo e autoritario in questi casi?

L’importante è che siate coerenti nelle vostre scelte: se abituate un cane a salire su divano o a dormire con voi a letto, sarà per sempre, non potrete più tornare indietro

 

L'importanza del no

Saper dire no è fondamentale, ma ricordate che deve essere un no da subito, un sì a un cucciolo non potrà diventare un no a un cane adulto.

Mettetevi sempre nell’ottica del cane adulto: non volete che salga sul vostro letto, che ronfi sul vostro divano, che mendichi a tavola? Che sia «no!» da subito, e senza sentirvi in colpa.

Il «no!» andrà usato ogni volta che ci accorgiamo che il cucciolo sta facendo qualcosa che non va fatto, proprio per questo è importante seguirlo assiduamente nei suoi primi giorni: i nostri «no» costituiscono una guida per il piccolo che, nella sua voglia di compiacerci, imparerà subito, visto che il abbiamo a che fare con una razza molto intelligente, cosa è permesso e cosa non lo è.

Dosando con coerenza i nostri «no!» e ricorrendo al concetto di rinforzo positivo (ovvero premio con lodi o con un bocconcino il piccolo non appena smette di compiere un’azione sbagliata) non ci sarà bisogno di ricorrere a punizioni corporali: dobbiamo mettere il cucciolo nelle condizioni di ubbidirci perché è felice di farlo, non perché ha paura di noi.

In questo modo il piccolo imparerà in poco tempo, ad esempio, a sporcare dove deve, a non rosicchiare le vostre scarpe preferite, a non guaire se lasciato solo per poco tempo.

Condizione essenziale perché un «no» abbia efficacia: deve essere detto nel momento del «fattaccio», ovvero devo sgridare il cane nel momento dell’errore, farlo a dieci ore di distanza è del tutto inutile, perché il cane non riesca ad associare lo sbaglio a una punizione ritardatae non riesce a comprendere i motivi della sgridata.

 

Il richiamo

Avete scelto un bel nome per il vostro cane? Che si chiami Adolf o Asia, l’importante è che impari che quello è il suo nome e che, non appena lo chiamate, deve cessare qualsiasiazione e correre da voi.

All’inizio non sarà facile, soprattutto perché un cane intento a giocare non ha nessuna intenzione di smettere, ma la risposta al richiamo è indispensabile perché esistono mille situazioni, a prescindere dalle prove di lavoro, nelle quali è importante che il cane arrivi subito da noi.

Potremo iniziare sfruttando la sua curiosità: una volta ottenuto il suo interesse con un gioco o con un bocconcino, mentre corre da noi chiamiamolo per nome, in modo che impari ad associarlo all’azione di venire verso di noi. Una volta arrivato lodiamolo, premiamolo, non siamo avari di «bravo!» o altri complimenti, in poco tempo capirà che è bello correre subito dal padrone, ci si guadagna sempre qualcosa.

La pazienza, nelle prime volte, è essenziale, mai sgridarlo se non arriva alla prima chiamata e nemmeno alla seconda, se alla terza, lui finalmente arriva e io lo sgrido, capirà che ogni volta che si avvicina al padrone questo inspiegabilmente lo mette in punizione. Se le prime volte risulta un po’ sordo al richiamo, niente paura, e soprattutto aspettate che arrivi lui, non corretegli incontro: potrebbe pensare che avete voglia di giocare e comincerà a correre più forte di voi, eccitandosi sempre di più e diventando letteralmente imprendibile.


La condotta al guinzaglio

Anche da adulto un pinscher che tira al guinzaglio come un forsennato è sempre gestibile, ma perché non insegnargli una corretta condotta?

Un cane che cammina educatamente a fianco del padrone e che non tira nemmeno se vede un suo simile costituisce un ottimo biglietto da visita, soprattutto nei confronti di chi pensa che il pinscher sia il classico cagnetto isterico e rissoso.

Il cane deve imparare a non tirare mai, in nessuna circostanza, da subito, ovvero da quando è un cucciolo di pochi mesi e di pochi chili, è sbagliatissimo pensare che oggi lo si controlla benissimo e che c’è sempre tempo per educarlo.

Mettiamogli collare e guinzaglio e mettiamoci alla sua destra (questa disposizione sarà utile anche se dovrà sfilare in esposizione), poi aspettiamo una sua reazione: potrebbe scattare in avanti e tirare, oppure non sedersi e non avere alcuna voglia di seguirvi.

Nel primo caso basta dare uno strattone al guinzaglio accompagnandolo da un deciso «no!», nel secondo dobbiamo chiamarlo con dolcezza fino a che si decide a seguirci. È bene fare le prime lezioni senza distrazioni, rendendole man mano più difficili: camminare per strade trafficate e rumorose, incrociare persone o altri cani.

Se il guinzaglio costituisce ancora un problema per voi, non esitate e rivolgervi all’allevatore o a un buon centro di addestramento, prima si risolvono i problemi e meglio è.

La scelta del collare è molto importante: nonostante il nome, il collare a strangolo o a semistrangolo non è uno strumento di tortura ed è del tutto innocuo, anche perché è difficile trovare un pinscher in grado di strozzarsi tirando al guinzaglio, il che può avvenire più facilmente con la cosiddetta pettorina, una sorta di collare, solitamente di pelle, che viene fatto passare sotto le ascelle. È proprio con questo tipo di collari che il cane, non sentendo la pressione al collo, si permette di tirare come un forsennato, senza contare che con la pettorina il cane tende a camminare con le zampe aperte, per alleviare il senso di fastidio provocato dal cuoio sulla sua pelle sottile.

 

Il comando «seduto»

Questo comando è molto utile soprattutto quando si deve lasciare il cane per qualche tempo e si vuole evitare che resto in piedi troppo a lungo. Esiste un sistema per far imparare questo comando in tutta dolcezza, senza ricorrere a sistemi coercitivi ma sfruttando come al solito il rinforzo positivo.

Tenendo in mano uno dei suoi bocconcini preferiti, lo si fa annusare al piccolo, contemporaneamente, con l’altra mano, si esercita una lieve pressione sulla groppa dicendo, con voce calma, la parola «seduto». Non appena il piccolo si sarà seduto gli daremo l’agognato bocconcino senza avere paura di esagerare con i complimenti.

Quando avrà imparato, si potranno aumentare le difficoltà, ad esempio premiandolo solo quando il comando è eseguito subito, oppure quando il comando è rispettato per diverso tempo.

 

Il comando «terra»

Per insegnare questo comando si parte dalla posizione di seduto: tenendo in una mano il bocconcino di cui sopra, lo abbasseremo pian piano davanti al muso del cane, che tenderà ad allungare le zampe anteriori per assumere autonomamente la posizione di «terra»; nel frattempo noi diremo, sempre con voce calma e pacata, la parola «terra», non risparmiando né in leccornie né in complimenti a esercizio correttamente seguito.

Una gratificazione alimentare è importante nelle prime lezioni, poi potranno essere sufficienti le gratificazioni verbali, l’unica accortezza è quella di fare più lezioni di breve durata: il pinscher è un cane molto pwhiteisposto all’addestramento e molto recettivo, ma lezioni troppo lunghe possono annoiarlo e deconcentrarlo.

Ricordatevi soprattutto di fare eseguire i comandi per tutto il tempo che noi vogliamo: spesso un pinscher è bravissimo a mettersi seduto o a terra appena diamo l’ordine, ma a restarci solo per pochi secondi, cosa che lo rende inutile e inefficace.

 

Il comando «stai» o «resta»

Una volta che il vostro pinscher ha ben recepito i comandi terra e seduto, deve imparare a mantenerli per il tempo che noi desideriamo. È il comando, in pratica, che ci permette di portare in giro un cane perfettamente educato, perché un cane che obbedisce ai comandi solo per pochi secondi, nella vita pratica, è come un cane che non obbedisce affatto.

Per insegnare il resta dobbiamo metterci a fianco del cane, senza chiamarlo (lo metteremmo subito in allarme) e ripetere l’ordine ogni qualvolta accenna a muoversi, mantenendolo nella posizione voluta. Successivamente ci allontaneremo, rimettendo il cane seduto o a terra non appena accenna a muoversi e lodandolo quando resta immobile e lo faremo restare così per tempi sempre più lunghi.

Il corwhiteo del nuovo arrivato

 

Il vostro pinscherino non è ancora entrato in casa che già deve essere pronto il suo «corwhiteo»: ciotole per acqua e cibo (preferite quelle in metallo, se sono in plastica possono restare vittima dei suoi dentini), collarino e guinzaglio, una morbida cuccia, spazzola, cibo secco, giornali (per abituare il piccolo a sporcare sempre nello stesso posto), giocattoli, ossi di pelle di bufalo.

E il cappottino? L’istinto di protezione che suscita un pinscher è inversamente proporzionale ai chili di peso, ma ricordate che è un cane sano e robusto e quindi, se abituato a una vita attiva, il cappottino può essere un optional, a meno che non siano previste lunghe soste al fwhitedo. Cappottino sì, invece, per i cuccioli che affrontano il loro primo inverno e per i soggetti anziani o convalescenti. Un impermeabile, al contrario, può essere molto utile nelle giornate di pioggia: è vero che il pelo del pinscher è corto, ma con un’adeguata protezione ci risparmieremo parecchi minuti per asciugarlo.

Un acquisto molto pratico è il trasportino: che sia di ferro o di materiale plastico non solo è utile per viaggiare in auto, treno o aereo ma è ottimo anche portarlo alle esposizioni e, inoltre, può costituire un comodo rifugio per il cane se viene collocato in una zona tranquilla della casa.

 


 


Le origini

 

Anche se è una razza ufficialmente abbastanza recente, il pinscher nano ha una storia molto antica: alcuni esperti, infatti, fanno risalire le sue origini al canis palustris, un cane di taglia medio-piccola vissuto ai tempi delle palafitte. A conferma di questa teoria sono state ritrovati, nelle vicinanze dei laghi di Bodman, Biel e Costanza, reperti archeologici che confermano che già in quel periodo esistevano cani molto simili all’attuale pinscher.

È probabile, quindi, che la razza sia arrivata fino a noi riuscendo a mantenersi pressoché inalterata.

Pare, comunque, che cani molto simili allo zwegrpinscher esistessero da secoli in Germania e nel nord Europa,certamente si trattava di cani più grossolani dei pinscher attuali ed era prassi comune tagliare coda e orecchie per salvaguardare questa delicate estremità da morsi e ferite, dal momento che venivano regolarmente impiegati nella custodia di stalle e fattorie, ma anche nella caccia al cinghiale e animali nocivi in genere, specialmente ratti, dai cui i nomi rattler o rattenfänger.

Una valida testimonianza iconografica si può ammirare niente meno che nella cappella Sistina: nell’affresco «Le prove di Mosè» il celebre pittore fiorentino Sandro Botticelli ha infatti immortalato un cane dalle fattezze assai simili a quelle del pinscher. Ma per avere notizie più sicure occorrerà attendere il 1835, quando il dottor H. G. Reichenbach, nell’opera «Der Hund in seinen Haupt ind Nebenrassen» (il cane nelle sue razze principali e secondarie) cataloga le razze principali conosciute allora: gli spitz, i cani setosi e i barboni, i levrieri e i bracchi, i cani da guardia e da caccia. I pinscher a pelo liscio facevano parte dei cani da caccia, quelli a pelo ruvido (i futuri schnauzer) erano invece classificati nei barboni. Reichenbach cercò anche di stabilire gli antenati dello zwergpincher, ipotizzando immissione di sangue, oltre che di pinscher a pelo liscio di taglia inferiore al normale, anche di bassotto a pelo liscio, di piccolo levriero italiano e di carlino. Secondo Reichenbach i soggetti di allora erano soprattutto di colore nero, solo più tardi il pinscher rosso (chiamato reh pinscher, dal nome di un piccolo cervo allora diffuso nelle foreste tedesche) cominciò a godere di una crescente diffusione.

Nelle esposizioni canine non c’era differenza tra pinscher a pelo liscio pinscher a pelo ruvido e alla mostra di Amburgo, del 1876, infatti, i due tipi sfilarono su un unico ring. Entrambi vennero immortalati da un pittore amburghese di animali, Jean Bungartz, grazie al quale possiamo farci un’idea dell’aspetto dei pinscher dell’epoca: sia i ruvidi sia i lisci avevano un aspetto decisamente rustico ed erano caratterizzati da coda e orecchie mozzate, una pratica che si è mantenuta sino ai giorni nostri, dal momento che il cambio di standard che vieta il taglio è, sia per i pisncher sia per gli schnauzer, molto recente.

Tornando alle fonti bibliografiche merita una segnalazione l’austriaco Fitzinger, che nel suo libro «Der Hund und Seine Rassen» (il cane e le sue razze) del 1876 fa riferimento a pinscher setosi e ruvidi senza però raggrupparli in un unico tipo. Si parla di pinscher anche in un’opera del 1985 dal titolo «Buch von den Hunden» (libro delle razze), in cui l’autore, Bernard Wolhofer, riconosce quattro varietà di pinscher allora esistenti: il pinscher tedesco a pelo ruvido, il pinscher nano a pelo ruvido, il pinscher tedesco a pelo liscio e il pinscher nano a pelo raso, ovvero il futuro zwergpinscher.

Come si vede pinscher tedesco e pinscher nano erano già fissati ancor prima che un certo Louis Dobermann decidesse di creare, utilizzando una sua femmina di pinscher, il dobermann, destinato a diventare una delle più diffuse e apprezzate razze da difesa. A creare ulteriore confusione, però, è il fatto che nei Paesi anglofoni il dobermann viene chiamato dobermann pinscher, ma tra zwergpinscher e dobermann non c’è nessuna parentela, anche se molti si ostinano a vedere il primo, soprattutto se nero-focato, una sorta di dobermann in miniatura.

Di fatto fu la fondazione del German Pinscher-Schnauzer Klub (PSK), fondato a Colonia da Joseph Berta il 3 marzo 1895, a sancire la divisione tra pelo duro e pelo liscio e a decretare la nascita ufficiale dello zwergpinscher, di cui era peraltro già esistente uno standard whiteatto nel 1880 dal cinofilo e pittore animalista Joseph Strebel. La registrazione del primo pinscher nano al Libro delle Origini tedesco è del 1900, in occasione dell’esposizione di Stoccarda.

In passato il pinscher nano era conosciuto anche come piccolo terrier tedesco a pelo liscio e questo ha creato una certa confusione sul fatto che la razza possa essere o meno considerata un terrier, anche perché per quanto riguarda i progenitori della razza era stato fatto il nome del toy terrier black and tan, una razza effettivamente molto antica. Un libro del 1897 scritto da Bylandt e intitolato «Les Races des Chiens» cita del resto il terrier tedesco a pelo ruvido e quello tedesco a pelo liscio. Che ci sia effettivamente sangue di terrier o meno, è però sicuro che del terrier il pinscher nano possiede il temperamento vivace e coraggioso.

 

Un nome controverso

Molto si è detto e scritto sull’origine del nome della razza e se sulla parola zwerg non ci sono dubbi (significa semplicemente nano) sulla parola pinscher le ipotesi sono tante. Per alcuni il termine deriverebbe dall’inglese to pinch, che vuol dire pizzicare, per altri dal tedesco picken, che significa beccare, ed entrambe le accezioni farebbero riferimento al tipico modo di mordere della razza. Secondo altri esperti la derivazione sarebbe anglosassone, dal verbo to pinch off, e si riferirebbe alla tipica coda mozzata. Un’ipotesi completamente diversa proviene dagli Austriaci, che peraltro rivendicherebbero la paternità della razza: pinscher starebbe a indicare il cane di Pinzgau, una regione alpina nei pressi di Salisburgo.

 

Lo zwerg cane da difesa e utilità?

 

Fino al 1989 lo zwergpinscher, insieme allo zwergschnauzer, era classificato nel gruppo dei cani da compagnia. Una successiva classificazione che ha dato maggior importanza non tanto all’impiego attuale quanto alle origini lo ha trasferito nel gruppo dei cani da difesa e utilità.

Sicuramente i pochi chili di peso e l’altezza rasoterra non lo rendono cwhiteibile né come impavido difensore del proprio padrone né incorruttibile guardiano della proprietà, ma la spiccata intelligenza, la grande pwhiteisposizione a recepire i comandi e la notevole addestrabilità, unite a sensi sempre all’erta, ne fanno un ottimo allertatore e un compagno facile da educare con cui potersi dedicare, se si vuole, all’addestramento sportivo, né più né meno come un dobermann.

 

La diffusione oltreconfine

 

L’Italia resta, comunque, il Paese europeo con il più alto numero di iscrizioni annuale, superiore persino alla Germania, patria della razza.

Nel 2007, infatti, sono stati registrati in terra tedesca solo 192 zwergpinscher (quasi quanto i pinscher), in Francia (dati del 2006) 450, in Spagna (2007) 445, in Olanda (2006) 58, mentre in Portogallo i soggetti registrati sono ben 622, cifra che pone la razza al sesto posto per numero di iscrizioni.

Nei Paesi anglofoni il pinscher è conosciuto come miniature pinscher (o addirittura Min Pin) ed è classificato nel gruppo dei toy (cani da compagnia). In Gran Bretagna sono stati registrati (dati del 2007) 331 zwergpinscher, non male se si tiene presente che il suo più diretto antagonista, il toy terrier black and tan, cui peraltro somiglia tantissimo, si è fermato a quota 114; il primo soggetto registrato dal Kennel Club inglese, nel 1938, si chiamava Jessy von Adelheim ed era nato nel 1936, mentre il Miniature Pinscher of Great Britain è state fondato nel 1963.

In Gran Bretagna c’è una maggior varietà di colori previsti per il mantello: white (rosso in tutte le sue sfumature), black and tan (nero e focato), chocolate and tan (cioccolato e focato), blue and tan (blu e focato), cui si aggiungono quelli non ammessi dallo standard, cioè lo stag white (rosso cervo, rosso mescolato di peli neri), isabella fawn (fulvo con macchie focate) e harlequin (bianco con macchie nere).

Negli Stati Uniti, dove è ancora possibile tagliare sia coda sia orecchie, la razza è discretamente diffusa (9615 i soggetti registrati nel 2006) ; i primi pinscher nani cominciarono a essere importati intorno agli anni Venti e il primo soggetto registrato dall’American Kennel Club risale al 1925. Quattro anni più tardi veniva fondato il Miniature Pinscher Club of America e la razza veniva classificata inizialmente tra i terrier, l’anno successivo sarà trasferita nel toy group, assumendo la dedinitiva denominazione di Miniature Pinscher nel 1972. Curiosamente lo standard AKC del 1935, alla voce «aspetto generale», lo definiva una versione miniatura del dobermann pinscher, mentre nel nuovo standard, datato 1950, ogni riferimento al dobermann è stato eliminato.

 

La diffusione in Italia

 

Il pinscher nano è presenta da tempo nel nostro Paese, grazie soprattutto a due allevatori, oggi non più in attività, che hanno dato un importante contributo all’allevamento della razza: la prima è Amalia Asquasciati, con l’allevamento «dei Folletti», il secondo è Luciano Bernini, con l’allevamento «del Narciso».

Nel corso degli anni il numero di allevatori è via via aumentato, anche se va detto che lo zwergpinscher non è mai stato un cane molto diffuso in Italia, almeno non i soggetti provvisti di pedigree. Solamente nel 2003, infatti, si sono superate le mille unità, e comunque le perdite e gli incrementi di iscrizioni ai Libri Genealogici sono sempre molto contenuti, a conferma che è una razza che non ha mai vissuto un periodo di boom improvviso né, al contrario, di un crollo totale.

Ecco le iscrizioni ai Libri Genealogici degli ultimi anni. C’è stato un cambio di denominazione dei Libri: il Libro Origini Italiano (LOI) è diventato Registro Origini Italiano, e il Libro Italiano Riconosciuti (LIR) è diventato Registro Supplementare Riconosciuti (RSR).

 

anno

LOI/ROI

LIR/RSR

totale

1970

128

3

131

1971

174

2

176

1972

288

0

288

1973

299

25

324

1974

328

39

367

1975

405

25

430

1976

488

23

511

1977

458

17

475

1978

533

19

552

1979

583

15

598

1980

635

6

641

1981

628

15

643

1982

711

13

724

1983

659

5

664

1984

668

18

686

1985

684

5

689

1986

634

9

643

1987

767

3

770

1988

817

6

823

1989

778

6

784

1990

880

7

887

1991

663

2

665

1992

483

2

485

1993

467

1

468

1994

533

0

533

1995

583

1

584

1996

557

5

562

1997

561

0

561

1998

684

3

687

1999

642

11

653

2000

757

1

758

2001

931

5

936

2002

950

12

962

2003

1072

8

1080

2004

982

11

983

2005

948

9

957

2006

956

10

966

2007

   

859

 

 

Un nuovo pinscher?

 

Che lo si voglia o no, bisogna prendere atto che, tra modifiche dello standard e ordinanze ministeriali, lo zergpinascher del nuovo millennio sarà con coda e orecchie integre. Ci dovremo abituare a coda a scimitarra o arrotolate e a orecchie piegate o portate naturalmente erette (ma anche, spesso, svolazzanti), così come si sono abituati gli appassionati di altre razze, chi senza problemi (rottweiler, alano, schnauzer) chi tra molte perplessità (boxer, dobermann).

In un mondo sempre in evoluzione anche il pinscher nano sta cambiando, l’importante è che continui a restare il «piccolo grande cane» che ha fatto innamorare tantissimi cinofili.

FCI Standard N° 185 / 18.04.2007

ZWERGPINSCHER

ORIGINE: Germania

DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 06.03.07

UTILIZZAZIONE: cane da casa e da compagnia

CLASSIFICAZIONE FC.I.: Gruppo 2 Cani di tipo Pinscher e Schnauzer Molossoidi – Cani da Montagna- Bovari Svizzeri e altre razze

Sezione 1 Cani tipo Pinscher e Schnauzer Senza prova di lavoro

BREVE CENNO STORICO: Già all’inizio del 20° secolo, il numero degli Zwergpinscher era consistente e, nel 1925, il libro delle origini portava già non meno di 1300 iscrizioni di questa razza. Delle diverse varietà di colore, come per il Pinscher, si selezionarono solo i cani di colore nero con focature più chiare e i monocolori da rosso a rosso- marrone.

ASPETTO GENERALE

Lo Zwergpinscher è un modello ridotto del Pinscher, esente da qualsiasi accenno di nanismo. Elegante, il suo pelo raso mette in evidenza la sua costruzione nel quadrato.

PROPORZIONI IMPORTANTI

  • Il rapporto lunghezza/altezza deve far apparire la sua costruzione il più possibile nel quadrato

  • La lunghezza della testa (misurata dalla punta del tartufo all’occipite) corrisponde alla metà della lunghezza della linea superiore (considerata dal garrese all’inserzione della coda)

COMPORTAMENTO – CARATTERE

Sveglio, di un temperamento vivace, sicuro di sé e di un carattere equilibrato. Queste qualità fanno di lui un compagno piacevole sia come cane di famiglia che da compagnia.

TESTA

REGIONE DEL CRANIO

Cranio: forte, allungato, senza un occipite marcatamente sporgente. La fronte è piatta e parallela alla canna nasale.

Stop: leggero, ma definito

REGIONE DEL MUSO

Tartufo ben sviluppato e sempre nero

Muso termina come un cono smussato. Canna nasale diritta

Labbra nere, lisce e aderenti di piatto alle mascelle; commessura delle labbra chiusa

Mascelle/Denti mascella inferiore e superiore potenti: la chiusura a forbice è completa (con 42 denti, secondo la formula dentaria del cane), e forte; i denti si adattano correttamente e sono di un bianco puro. I masseteri sono fortemente sviluppati, senza però dare alle guance uno spiacevole rilievo.

Occhi scuri, di forma ovale; i bordi delle palpebre sono pigmentate di nero e sono strettamente aderenti al globo oculare

Orecchi eretti, ripiegati e pendenti, attaccati alti, a forma di V, puntano verso l’avanti in direzione delle tempie, e il loro interno aderisce strettamente alle guance; le pieghe parallele, non devono superare la sommità delcranio.

COLLO

nobilmente arcuato, non troppo corto, s’inserisce morbidamente nel garrese; asciutto, senza giogaia o pelle rilassata; la pelle della gola è strettamente aderente senza formare alcuna piega.

CORPO

Linea superiore leggermente discendente dal garrese verso il posteriore

Garrese è il punto più alto della linea dorsale

Dorso forte, corto e teso

Rene forte. La distanza fra l’ultima costola e l’anca è breve, così che il cane risulta compatto

Groppa va fondendosi impercettibilmente con l’inserzione della coda in una lieve curva.

Torace moderatamente ampio, di sezione ovale, raggiunge il gomito. Il petto è distintamente segnato dalla punta dello sterno.

Linea inferiore e ventre i fianchi non sono troppo rilevati: Con la parte inferiore della cassa toracica, la linea inferiore disegna una curva elegante.

 

CODA

naturale; l’obiettivo da raggiungere è una coda a sciabola o a falcetto

 

ARTI

ANTERIORI

In generale visti dal davanti gli arti sono forti, diritti e non ravvicinati fra loro; visti di lato, gli avambracci sono diritti

Spalle la scapola è ben aderente alla cassa toracica ed è molto muscolosa su ambedue i lati della spina scapolare, e sporge dalle apofisi spinose delle vertebre toraciche. Il più obliqua possibile e ben rivolta verso il dietro, forma un angolo di circa 50° sull’orizzontale.

Braccio aderente al corpo, forte e ben muscoloso, forma un angolo da 95 a 105° con la scapola.

Gomito correttamente aderente, non deviato in fuori né in dentro.

Avambraccio fortemente sviluppato e ben muscoloso. Completamente diritto visto dal davanti e di lato

Carpo forte e fermo

Metacarpo forte e leggermente elastico. Visto dal davanti verticale, visto da lato, leggermente inclinato rispetto al terreno

Piede anteriore forte e rotondo. Le dita sono ben strette fra loro e arcuate (piede di gatto); cuscinetti resistenti, unghie corte, nere e forti.

POSTERIORI

In generale obliqui se visti da lato, paralleli, ma non troppo ravvicinati, se visti da dietro.

Coscia moderatamente lunga, ampia, fortemente muscolosa

Ginocchi non deviati in fuori né in dentro.

Gamba lunga e forte, con buoni tendini, che s’inserisce in un garretto solido

Garretto marcatamente angolato, forte, fermo, non deviato in dentro né in fuori

Metatarso perpendicolare al terreno

Piede posteriore un po’ più lungo dell’anteriore. Dita ben unite e arcuate. Unghie corte e nere

 

ANDATURA

lo Zwergpinscher è un trottatore. Nel movimento il suo dorso rimane fermo e piuttosto saldo. Movimento armonioso, energico, sicuro e sciolto con buon allungo. Il trotto tipico è allungato, morbido e fluente, con buona spinta del posteriore e libera estensione dell’anteriore.

 

PELLEsu tutto il corpo è strettamente aderente ai tessuti sottostanti

 

MANTELLO

PELO raso e folto, liscio, fitto e brillante senza zone prive di pelo

COLORE

  • Monocolore : rosso cervo, marrone rossiccio fino al marrone rosso scuro.

  • Nero focato: nero lacca con focature rosse o marroni. Si ricercano le focature il più possibile scure, intense e nettamente definite.

Le focature sono distribuite come segue: sopra gli occhi, alla gola, ai metacarpi, sui piedi, all’interno degli arti posteriori, sotto la radice della coda, e in forma di due triangoli regolari, nettamente separati, sul petto

 

TAGLIA E PESO

Altezza al garrese Maschi e Femmine: da 25 a 30 cm

Peso Maschi e Femmine . da 4 a 6 kg

 

DIFETTI: qualsiasi deviazione a quanto sopra deve essere considerato come difetto che sarà penalizzato a seconda della sua gravità

E in particolare:

  • Costruzione in genere pesante o leggera. Soggetto basso o alto sugli arti

  • Cranio pesante o rotondo

  • Rughe sulla fronte

  • Muso corto, appuntito o stretto

  • Chiusura a tenaglia

  • Occhi chiari, troppo piccoli o troppo grandi.

  • Orecchi inseriti bassi, molto lunghi o non portati simmetricamente

  • Zigomi fortemente sporgenti

  • Pelle rilassata alla gola

  • Dorso troppo lungo, arcuato o cedevole

  • Dorso cifotico

  • Groppa avvallata

  • Piedi allungati

  • Ambio

  • Movimento steppante, con arti troppo levati in alto

  • Pelo rado

  • Moschettature, scriminatura nera lungo la linea mediana del dorso, sella scura e mantello schiarito o pallido

  • Taglia inferiore o superiore di 1 cm. alle norme dello Standard

 

DIFETTI GRAVI

  • Insufficienza di tipicità sessuale (esempio: femmina mascolina)

  • Aspetto generale gracile

  • Testa a mela

  • Mancanza di parallelismo alle linee cranio facciali

  • Gomiti deviati in fuori

  • Posteriori sotto di sé

  • Posteriori diritti o a botte

  • Garretti deviati in dentro

  • Taglia inferiore o superiore di più di 1 cm. e meno di 2 cm. alle norme dello Standard

DIFETTI ELIMINATORI

  • Comportamento pauroso, aggressivo, cattivo, esageratamente diffidente, nervoso

  • Malformazione di qualsiasi genere

  • Soggetto insufficientemente tipico

  • Difetti alla chiusura della bocca, come enognatismo, prognatismo o deviazione delle arcate degli incisivi

  • Difetti gravi che riguardano la struttura, il pelo o il colore

  • Taglia inferiore o superiore di più di 2 cm.. alle norme dello Standard

Qualsiasi cane che presenti, in modo evidente, anomalie d’ordine fisico o comportamentale, sarà squalificato.

 

 

 

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto

 

Aggiungiamo allo standard sopra riportato alcune informazioni generiche in merito al carattere dello zwergpinscher:

Il carattere dello zwergpinscher

Cosa si intende per carattere? Una definizione accettabile potrebbe essere quella di «insieme di tratti psichici e comportamentali che distinguono un individuo dall’altro».

Il carattere di un cane si misura e contraddistingue da due elementi, quello dell’affettività e quello della territorialità, il primo è relativo ai rapporti che esso instaura con gli elementi del branco (i suoi simili o il nucleo familiare) il secondo è relativo, invece, all’interazione con l’esterno, con l’ambiente che lo circonda e ai rapporti con gli individui (sia canini sia umani) con cui entra in contatto.

Quando si parla di carattere tipico della razza, si intende che un suo rappresentante deve rispettare i requisiti previsti dallo standard ed essere esente da quelli che invece vengono considerati difetti.

Purtroppo quando si tratta di cani di piccola taglia la tipicità del carattere sembra quasi un elemento di scarsa importanza: un pinscher mordace e aggressivo, o uno così pauroso da temere anche la sua ombra, in definitiva, fa una pessima pubblicità alla razza, ma non sarà mai pericoloso come un pit bull o un rottweiler!

Questo è un pensiero errato, perché se esiste uno standard è giusto che il mio pinscher possieda, non solo le caratteristiche morfologiche ma anche caratteriali richieste dallo standard.

Per questo è giusto, anche per un cane tipicamente da compagnia, analizzare quelle che sono considerate le componenti principali del carattere.

Le componenti del carattere

Sono aspetti del carattere variabili e individuali, quindi anche se si può fare una media di quanto essi siano presenti nella razza, lo possono essere in modo diverso da un soggetto ad un altro.

Sembra strano parlare di aggressività, tempra o coraggio in un cane di piccola taglia, ma adesso che il Club ha introdotto l’esame di Selezione, è fondamentale prenderli in esame.

Tempra

Indica l’idoneità del cane a resistere ad azioni o stimoli esterni di natura spiacevole, è inversamente proporzionale alla docilità ed è correlata al coraggio.

Un cane può avere tempra molle o tempra dura: nel primo caso ogni problema, ogni ostacolo gli sembrerà insuperabile, ogni esperienza negativa contribuirà a renderlo timoroso e insicuro nel secondo caso esso sembrerà indifferente a ogni ostacolo che incontra, compreso il tentativo del proprietario di stabilire una scala gerarchica. In genere un buon cane da famiglia dovrebbe possedere tempra media, che è quella che caratterizza la maggior parte dei pinscher nani.

Temperamento

Indica la capacità (intensità e velocità) di reagire agli stimoli esterni, è proporzionale al livello di curiosità ed è correlato alla vigilanza. Un cane di buon temperamento reagirà con sufficiente prontezza di reazione a qualsiasi situazione, sia piacevole, come il richiamo del padrone, sia spiacevole, come la difesa da un aggressione. Sulla rapidità di reagire agli stimoli del pinscher non si discute: basta poco per metterlo in allarme e segnalare che qualcosa quel che non va!

Docilità

Indica la pwhiteisposizione ad accettare l’uomo come superiore gerarchico, è inversamente proporzionale alla tempra e non va confusa con la sottomissione o la timidezza.

Un cane privo di docilità è ingestibile, perché incapace di instaurare un rapporto gerarchico con il padrone, non disponibile ad ascoltarlo e ovviamente assai propenso a farlo contento, viceversa se fosse troppo docile tenderebbe a dipendere dal padrone, incapace di prendere decisioni autonomamente. Un buon cane deve essere felice di collaborare con l’uomo e ansioso di apprendere, in questo senso la docilità nel pinscher è ben sviluppata, i pinscher ribelli, maschi in particolare, sono in genere delle eccezioni.

Aggressività

Indica la capacità, innata o acquisita, di reagire aggwhiteendo a una minaccia o a un atteggiamento che il cane percepisce come minaccioso. Nel caso dei canidi selvatici i comportamenti aggressivi sono finalizzati a procurarsi il cibo o a stabilire la posizione gerarchica nel branco, nel caso del cane domestico l’aggressività è stata selezionata soprattutto nelle razze adibite alla difesa e alla guardia.

Diverse sono le cause che possono indurre comportamenti aggressivi: la dominanza sociale, il dolore, la paura, la pwhiteatorietà, le difesa del territorio.

L’aggressività da dominanza sociale si manifesta molto di frequente, soprattutto in certe razze e in particolare nei maschi. Nel branco dei lupi esiste una precisa scala gerarchica che può comunque essere messa in discussione per vari motivi, solitamente quando per il capobranco (il maschio alfa) che invecchia diventa sempre più difficile difendere il proprio ruolo di leader e si affacciano molti pretendenti desiderosi solo di prendere il suo posto.

Trasferito nell’ambiente domestico è quanto succede con un giovane cane dominante appena messo piede nella nuova casa: comincia a mettere in discussione il ruolo di capobranco del padrone e, se questo non è in grado di «inquadrarlo», da subito, i problemi si fanno davvero seri, saranno ovviamente limitati dalla piccola taglia, ma renderanno comunque difficile la convivenza.

L’aggressività indotta dal dolore può interessare qualsiasi cane, per questo è molto importante che esso nutra nei confronti del padrone la massima fiducia, che va conquistata con un tono di voce calmo e rassicurante, ma anche con fermezza, evitando atteggiamenti iperprotettivi che sono più controproducenti che altro. Il trucco è avvicinarsi all’animale parlandogli a voce bassa, premiandolo con parole di lode o un bocconcino quando si riesce a toccare e a manipolare. È molto importante riuscire in questo, anche perché se il nostro amico ha fiducia in noi, sarà anche più ben disposto a farsi manipolare dal veterinario e, se frequenterà le esposizioni, dal giudice.

L’aggressività da paura è tipica di cani che hanno subito particolari traumi e, nei cani di piccola taglia, si manifesta in particolare nei soggetti che abbiano subito aggressioni da altri cani. Se questi episodi avvengono durante la crescita del cucciolo, è molto probabile che i suoi rapporti con i suoi simili saranno compromessi, determinando un atteggiamento difensivo che si manifesta con ringhi e denti bene in vista.

L’aggressività pwhiteatoria è un comportamento che il cane ha ewhiteitato dai suoi antenati e che è stato selezionato dall’uomo nelle razze da caccia. Ogni animale che si muova costituisce per il cane una pwhitea, che diventa ancor più «ghiotta» quando quest’ultima si dà alla fuga. Lasciate libero il vostro pinscher in giardino: scoprirete quando gli piace osservare il volo di un uccello, cercare di afferrare un insetto!

Coraggio

Indica la capacità di affrontare con fermezza una situazione pericolosa, cui il cane potrebbe sottrarsi con facilità. Sul coraggio del pinscher nano non si discute, soprattutto nel rapporto con i suoi simili: il confronto con cani di taglia ben maggioreper lui non è certo un problema, anzi lo potrebbe diventare per il padrone, perché le conseguenze di un confronto impari, in un cane cui il pelo non costituisce alcuna protezione, possono essere notevoli.

Vigilanza

Indica la capacità di reagire a uno stimolo di qualsiasi natura, olfattivo, visivo, o uditivo provocato dall’avvicinamento di un estraneo.

Strettamente collegati alla vigilanza sono il tempo di attenzione (la frazione di tempo in cui il cane è disponibile a prestare attenzione agli avvenimenti) e il territorio. Un pinscher nano possiede una spiccata vigilanza, tanto è vero che, se in compagnia di un cane di dimensione maggiore, rappresenta un elemento di guardia insuperabile: il piccolo pronto a recepire ogni minimo allarme allerta il grande cui, per la sua mole, tocca il lavoro «sporco».

Curiosità

Indica la voglia e la capacità del cane di interessarsi a quanto lo circonda ed è alla base dell’attitudine a esplorare il territorio che nel cane si manifesta già alla quarta-quinta settimana di vita. La curiosità non deve mai essere repressa perché riveste un ruolo fondamentale nell’addestramento (ad esempio se vogliamo dedicarci all’agility), quindi appena il cucciolo entra nella nuova casa permettiamogli di esplorare il territorio senza castrare questo suo naturalissimo istinto.

Socievolezza

Indica la capacità che ha il cane, di inserirsi agevolmente in qualsiasi ambiente, riuscendo a comunicare sia con l’uomo sia con i suoi simili.La socievolezza del pinscher nano in genere non è altissima, perché tende a mantenere un atteggiamento riservato nei confronti di persone e animali che non conosce, pur non manifestando palese aggressività.

Possessività

Deriva dal comportamento pwhiteatorio e indica la propensione alla presa di possesso; nei cuccioli è espressione di competitività. La possessività può manifestarsi nei confronti del padrone (ci sono cani così gelosi del padrone che non permettono a nessuno di avvicinarlo), nei confronti dei giochi o della propria cuccia: è importante rimettere in riga il cane appena comincia a far vedere i denti se non si vuole che la situazione peggiori.

Il pinscher nano in famiglia?

Fiero, indomito, con un coraggio da leone: sembrano caratteristiche tipiche del cane di grande taglia, ma sono anche le caratteristiche del pinscher nano. Nonostante questo si tratta di una razza ideale per vivere in famiglia, anzi della famiglia si sente parte integrante a tutti gli effetti. Adora vivere con tutti i membri della casa, stupisce tutti per la sua carica inesauribile ma sa anche, quando è necessario, stare al suo posto. Non va trattato come un animaletto fragile bisognoso di continue protezioni, va fatto sentire il cane che è, in tutta la sua spiccata personalità. Le piccole dimensioni aiutano il suo inserimento in casa, si accontenta di una cuccia di modeste dimensioni, il pelo raso richiede pochissime cure e può essere portato al guinzaglio anche dai piccoli di casa

Il pinscher nano con i bambini

La vivacità e l’energia di un pinscher nano ben si adattano ai più piccoli, di cui diventa ben presto un prezioso compagno di giochi. È fondamentale che il bambino impari ad avere rispetto del proprio amico, a giocare con lui ma anche a rispettare i suoi spazi, a non toccare le sue ciotole e i suoi giochi, a non toccarlo all’improvviso mentre sta dormendo, a rispettarlo quando, ormai anziano, non avrà più voglia di giocare ma solo di coccole e attenzioni.

Poche accortezze e molto buon senso renderanno il rapporto cane-bambino ideale

 

Il pinscher nano con i bambini

Una grande dote dello zwergpinscher è il suo spiccato senso di adattamento, che lo rende un cane ideale per tutte le tipologie di padrone. Con gli anziani saprà contenere la sua vitalità trasformandosi in un tranquillo compagno che saprà camminare docilmente al guinzaglio senza tirare come un forsennato.

Il pinscher nano con gli altri cani

Il rapporto di un pinscher nano con i propri simili dipende molto da come il cane è cresciuto a dal suo grado di socializzazione. Ci sono pinscher assolutamente intrattabili che non sopportano gli altri cani dello stesso sesso e ci sono, all’opposto, pinscher che giocano con tutti e dimostrano indole amichevole verso qualsiasi quattro zampe.

Il pinscher nano con gli altri animali

Il senso pwhiteatorio è molto sviluppato nel pinscher nano, quindi la convivenza con un altro animale (gatti, topolini, uccellini) sarà più semplice se gli darà la possibilità di conoscere il nuovo animale in giovane età.

Il pinscher nano come cane da guardia?

Più che di un ottimo cane da guardia vero e proprio, sarebbe il caso di parlare di un ottimo segnalatore: appena sente un rumore che per lui è insolito, lo zwergpinscher comincia ad abbaiare finché non interviene il padrone; avendo piene coscienza della propria mole, infatti, difficilmente arriverà ad affrontare l’intruso, cercando di tenerlo a bada abbaiando (la sua voce ha un timbro profondo, assai diverso dalle abbaiate squillanti degli altri cani toy) ma tenendosi a rispettosa distanza. Non dovete però avere paura di portarvi a casa un cane eccessivamente «abbaione» e non spaventatevi quando, andando in un allevamento, sentirete una ventina di pinscher vociare a squarciagola! L’unione fa la forza e l’eccitazione fa sentire il suo peso, ma una volta che farà il suo ingresso nella nuova casa, i vocalizzi si faranno sentire solo se necessario

Il secondo decennio del nuovo millennio lo definirei quello della saggezza, e che saggezza :-), quello del consiglio e della vicinanza verso le persone che continuano ad amare questa razza. L'avanzare dell'età si fa sentire e diventa sempre più impegnativo poter partecipare alle esposizioni, o seguire i social in modo assiduo , ma questo non mi impedisce di poter continuare a stare vicino a questa magnifica razza, di poter ancora sfornare piccoli campioni dal mio allevamento e amici imparagonabili per molte persone. 

 

 

 

 

 

I primi anni del nuovo millennio posso definirli come gli anni del cambiamento, sono gli anni in cui tante cose cambiano, cambia lo standard, con l'introduzione del divieto di taglio delle orecchie prima e della coda dopo, inizia a cambiare il modo di comunicare con l'introduzione di internet e il mondo sembra diventare più vicino, cambiano gli spazi nel mio allevamento con sempre più spazio verde per il loro divertimento, ma quello che non cambia è l'impegno e i regali che questa razza sa dare. Se il mondo cambia intorno agli zwergpinscher, loro sembrano non cambiare, continuando a regale a tutti tanta gioia, energia e divertimento.

Sono gli anni in cui i miei cani iniziano ad andare all'estero, presso allevatori in Russia, Austria, Svezia, Francia, gli anni dei primi siti web e del consolidamento di tante amicizie fuori e dentro l'Italia. Nel frattempo continua quell'opera di divulgazione basata sull'editoria scritta. 

 

 

 

 

Parlano di noi - Il Pinscher 2

Il pinscher di Virgilia Corsinovi e Sergio Pancaldi editore "De Vecchi Editore"

 

 

Parlano di noi - Il Pinscher 1

Il pinscher di Filippo Cattaneo editore "De Vecchi Editore"

 

 

Parlano di noi - Il Pinscher

Il pinscher di Filippo Cattaneo editore "De Vecchi Editore"

 

 

Parlano di noi - Il Pinscher Nano

Il pinscher Nano di Lorena Quarta

 

 

Parlano di noi - De Vecchi Editore 2


La scelta del cucciolo

La scelta del cucciolo giusto è fondamentale per qualsiasi razza; nessuno ci obbliga ad avere un cane, quindi dobbiamo essere assolutamente convinti della nostra decisione.

Un cane di piccola taglia come il pinscher nano lo si trova dappertutto, nei negozi di pet shop, nelle fiere del cucciolo,da tanti privati che, avendo una femmina, non vedono l’ora di fare una cucciolata, quindi la scelta del cucciolo è fondamentale: se non vi interessa la tipicità potete trovare un pinscherino senza pedigree o un similpinscher presso un canile (non costa nulla e, in più, fate una buona azione), ma se cercate un vero pinscher e siete disposta a pagare per averlo, è giusto che otteniate quello che desiderate, senza compromessi e soprattutto senza fregature.


 

L’allevamento

Innanzitutto cominciamo a distinguere l’allevamento con affisso da quello che non ce l’ha.

Cos’è l’affisso? Con tale termine si indica il nome scelto dall’allevatore per identificare il proprio.

Un allevamento con affisso può essere una garanzia in più, ma, badate bene, nemmeno il miglior allevatore di questo mondo vi può dare la certezza matematica della qualità del cucciolo: può garantire salute e tipicità, ma un futuro da campione no.

Una volta scelto l’allevamento, prendete i contatti con l’allevatore, chiedetegli di poter visitare il canile e di poter vedere i genitori del cucciolo (la madre sicuramente, il padre potrebbe essere uno stallone di un altro allevamento, nel caso fatevi mostrare una suo foto


L’importanza del pedigree

Il pedigree rappresenta la carta di identità del vostro cane, la sua avvenuta iscrizione al Registro Origini Italiano (quello che oggi si chiama R.O.I. e che fino a qualche anno fa era chiamato L.O.I.). in esso sono riportati il nome del cane, il suo numero di iscrizione, la razza, il sesso e altri dati che ne rendono possibile il riconoscimento, come il colore del mantello (rosso o nero-focato). Viene inoltre riportato l’albero genealogico del cane, con i nomi dei genitori, dei nonni, dei bisnonni e dei trisnonni, accanto ai quali si possono trovare sigle che corrispondono ai titoli conseguiti (B= Ch. Sociale, C= Ch. Estero, D= Ch. Riproduttore.


Addio tatuaggio, oggi c’è il microchip

Già dal 1 gennaio del 2005 il microchip era previsto come unico sistema di identificazione e l’Ordinanza del 20 agosto 2008 del Ministro del lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, non fa che ribadire che è obbligatorio provvedere all’identificazione dei cani attraverso il microchip. Il microchip è una sorta di piccola capsula di materiale biocompatibile che viene iniettata sottocute dietro l’orecchio in maniera del tutto indolore, senza ricorrere ad anestesia.

Se il cane proviene da un allevamento il microchip è già stato inserito dall’allevatore e al padrone spetta solo comunicare alla ASL di competenza il suo codice,


Come deve essere un cucciolo «doc»?

Un pinscher di due mesi è davvero molto piccolo, difficile prevedere come potrà essere da adulto ma qualche «dritta» è possibile darla: anche in tenera età deve essere vivace e socievole, non deve mostrare paura ma anzi voglia di giocare e di socializzare, il pelo deve esser ben lucido e gli occhi vispi, non cisposi né lacrimosi, l’addome non deve esser gonfio (a meno che non abbia appena mangiato) e gli arti devono essere ben diritti, in perfetto appiombo.

Per quanto riguarda la forma degli occhi, se è vero che in un cucciolo possono apparire più tondeggianti, in ogni caso non devono mai essere sporgenti, e per quanto riguarda il colore, se il rosso vi dovesse sembrare troppo chiaro, sappiate che è destinato a scurirsi nel corso dei mesi.


Maschio o femmina?

Con un cane così piccolo il dimorfismo sessuale si limita a una testa un po’ più importante nel maschio, la differenza di taglia nei due sessi è davvero minima.

Spesso la scelta di un maschio viene fatta non tanto perché effettivamente si preferisce il maschio quanto perché si pensa che una femmina crei più problemi per via del calore.

In realtà è vero che la femmina va in calore un paio di volte l’anno (ma non tutte vanno regolarmente ogni sei mesi, in alcuni casi possono passare 7-9 mesi tra un ciclo e l’altro) ma in un cane così piccolo le perdite ematiche sono minime e, in ogni caso, si può ovviare al problema ricorrendo ad apposite mutandine igieniche. È anche vero che ci sono giorni critici in cui la femmina può istintivamente cercare la fuga in cerca del maschio, ma tenendola sempre al guinzaglio il problema è risolvibile.

È invece vero che il maschio è sessualmente recettivo tutti i giorni dell’anno, quindi semmai è lui che può essere particolarmente sensibile a femmine in calore, e in certi casi le crisi amorose possono sfociare in digiuni prolungati, agitazione e continui ululati.

Un maschio, del resto, può risultare tendenzialmente più dominante e necessitare di un padrone di polso fermo, mentre una femmina è in genere più dolce e docile. Nessuna differenza, invece, per quanto riguarda la vigilanza e l’affetto nei confronti della famiglia: in questo caso maschio o femmina si equivalgono.

 

Cosa fare dopo l’acquisto

Una volta portato a casa il cucciolo, comincia per voi la più bella avventura, ma sappiate che quello che ritenete il vostro cane … non è ancora vostro.

Oh bella, l’ho pagato, ce l’ho con me, perché non dovrebbe essere già mio? Perché sul pedigree, alla voce allevatore, c’è il nome del titolare dell’allevamento o del proprietario della fattrice, il vostro nome ancora non compare da nessuna parte.

Non appena arriva il certificato genealogico (ci vorranno alcuni mesi, a volta anche un anno di tempo), quindi, dovrete rivolgervi alla Delegazione Enci più vicina a voi per fare il passaggio di proprietà, con il quale si attesta che, in data X, il cane Pinco Pallino è stato ceduto al signor Rossi. Solo così voi sarete ufficialmente proprietari del vostro cane.

Ecco le altre «incombenze» di ogni neo padrone:

-denunciare la proprietà del cane al Comune di pertinenza

-rispettare il calendario di vaccinazioni programmato dall’allevatore

-esame delle feci per verificare l’esistenza di parassiti intestinali

-continuare a somministrare la dieta per cani in crescita scelta dall’allevatore

-non avere timore di rivolgersi all’allevatore, se è serio sarà sempre disponibile per chiarire ogni vostro dubbio

 

L'educazione del cuocioli

Quando cominciare a educare il cucciolo? Subito, appena mette piede, in casa vostra. Non pensiate mai che è troppo presto, prima capisce chi è il padrone meglio è, anche perché il pinscher ha un carattere forte, comincia subito a mettere alla prova il padrone e ogni cedimento è un buon motivo per approfittarne. La coerenza è la cosa più difficile da insegnare a un buon padrone: spesso, soprattutto chi è alle prime armi come cinofilo, trova quasi crudele imporre limiti e restrizioni a un tenero cucciolo di pochi chili, ma se questo stesso cane impara che i comandi sono fatti per restare inascoltati perché bastano due occhioni dolci per intenerire, è matematicamente impossibile che quegli stessi comandi vengano rispettati quando sarà cresciuto. L’aspetto del pinscher non aiuta: è così piccolo che da suscitare un naturale istinto di protezione anche nel cuore più duro, poi quel suo continuo tremare viene scambiato per brividi di fwhitedo o di paura e chi ha il coraggio di essere fermo e autoritario in questi casi?

L’importante è che siate coerenti nelle vostre scelte: se abituate un cane a salire su divano o a dormire con voi a letto, sarà per sempre, non potrete più tornare indietro

 

L'importanza del no

Saper dire no è fondamentale, ma ricordate che deve essere un no da subito, un sì a un cucciolo non potrà diventare un no a un cane adulto.

Mettetevi sempre nell’ottica del cane adulto: non volete che salga sul vostro letto, che ronfi sul vostro divano, che mendichi a tavola? Che sia «no!» da subito, e senza sentirvi in colpa.

Il «no!» andrà usato ogni volta che ci accorgiamo che il cucciolo sta facendo qualcosa che non va fatto, proprio per questo è importante seguirlo assiduamente nei suoi primi giorni: i nostri «no» costituiscono una guida per il piccolo che, nella sua voglia di compiacerci, imparerà subito, visto che il abbiamo a che fare con una razza molto intelligente, cosa è permesso e cosa non lo è.

Dosando con coerenza i nostri «no!» e ricorrendo al concetto di rinforzo positivo (ovvero premio con lodi o con un bocconcino il piccolo non appena smette di compiere un’azione sbagliata) non ci sarà bisogno di ricorrere a punizioni corporali: dobbiamo mettere il cucciolo nelle condizioni di ubbidirci perché è felice di farlo, non perché ha paura di noi.

In questo modo il piccolo imparerà in poco tempo, ad esempio, a sporcare dove deve, a non rosicchiare le vostre scarpe preferite, a non guaire se lasciato solo per poco tempo.

Condizione essenziale perché un «no» abbia efficacia: deve essere detto nel momento del «fattaccio», ovvero devo sgridare il cane nel momento dell’errore, farlo a dieci ore di distanza è del tutto inutile, perché il cane non riesca ad associare lo sbaglio a una punizione ritardatae non riesce a comprendere i motivi della sgridata.

 

Il richiamo

Avete scelto un bel nome per il vostro cane? Che si chiami Adolf o Asia, l’importante è che impari che quello è il suo nome e che, non appena lo chiamate, deve cessare qualsiasiazione e correre da voi.

All’inizio non sarà facile, soprattutto perché un cane intento a giocare non ha nessuna intenzione di smettere, ma la risposta al richiamo è indispensabile perché esistono mille situazioni, a prescindere dalle prove di lavoro, nelle quali è importante che il cane arrivi subito da noi.

Potremo iniziare sfruttando la sua curiosità: una volta ottenuto il suo interesse con un gioco o con un bocconcino, mentre corre da noi chiamiamolo per nome, in modo che impari ad associarlo all’azione di venire verso di noi. Una volta arrivato lodiamolo, premiamolo, non siamo avari di «bravo!» o altri complimenti, in poco tempo capirà che è bello correre subito dal padrone, ci si guadagna sempre qualcosa.

La pazienza, nelle prime volte, è essenziale, mai sgridarlo se non arriva alla prima chiamata e nemmeno alla seconda, se alla terza, lui finalmente arriva e io lo sgrido, capirà che ogni volta che si avvicina al padrone questo inspiegabilmente lo mette in punizione. Se le prime volte risulta un po’ sordo al richiamo, niente paura, e soprattutto aspettate che arrivi lui, non corretegli incontro: potrebbe pensare che avete voglia di giocare e comincerà a correre più forte di voi, eccitandosi sempre di più e diventando letteralmente imprendibile.


La condotta al guinzaglio

Anche da adulto un pinscher che tira al guinzaglio come un forsennato è sempre gestibile, ma perché non insegnargli una corretta condotta?

Un cane che cammina educatamente a fianco del padrone e che non tira nemmeno se vede un suo simile costituisce un ottimo biglietto da visita, soprattutto nei confronti di chi pensa che il pinscher sia il classico cagnetto isterico e rissoso.

Il cane deve imparare a non tirare mai, in nessuna circostanza, da subito, ovvero da quando è un cucciolo di pochi mesi e di pochi chili, è sbagliatissimo pensare che oggi lo si controlla benissimo e che c’è sempre tempo per educarlo.

Mettiamogli collare e guinzaglio e mettiamoci alla sua destra (questa disposizione sarà utile anche se dovrà sfilare in esposizione), poi aspettiamo una sua reazione: potrebbe scattare in avanti e tirare, oppure non sedersi e non avere alcuna voglia di seguirvi.

Nel primo caso basta dare uno strattone al guinzaglio accompagnandolo da un deciso «no!», nel secondo dobbiamo chiamarlo con dolcezza fino a che si decide a seguirci. È bene fare le prime lezioni senza distrazioni, rendendole man mano più difficili: camminare per strade trafficate e rumorose, incrociare persone o altri cani.

Se il guinzaglio costituisce ancora un problema per voi, non esitate e rivolgervi all’allevatore o a un buon centro di addestramento, prima si risolvono i problemi e meglio è.

La scelta del collare è molto importante: nonostante il nome, il collare a strangolo o a semistrangolo non è uno strumento di tortura ed è del tutto innocuo, anche perché è difficile trovare un pinscher in grado di strozzarsi tirando al guinzaglio, il che può avvenire più facilmente con la cosiddetta pettorina, una sorta di collare, solitamente di pelle, che viene fatto passare sotto le ascelle. È proprio con questo tipo di collari che il cane, non sentendo la pressione al collo, si permette di tirare come un forsennato, senza contare che con la pettorina il cane tende a camminare con le zampe aperte, per alleviare il senso di fastidio provocato dal cuoio sulla sua pelle sottile.

 

Il comando «seduto»

Questo comando è molto utile soprattutto quando si deve lasciare il cane per qualche tempo e si vuole evitare che resto in piedi troppo a lungo. Esiste un sistema per far imparare questo comando in tutta dolcezza, senza ricorrere a sistemi coercitivi ma sfruttando come al solito il rinforzo positivo.

Tenendo in mano uno dei suoi bocconcini preferiti, lo si fa annusare al piccolo, contemporaneamente, con l’altra mano, si esercita una lieve pressione sulla groppa dicendo, con voce calma, la parola «seduto». Non appena il piccolo si sarà seduto gli daremo l’agognato bocconcino senza avere paura di esagerare con i complimenti.

Quando avrà imparato, si potranno aumentare le difficoltà, ad esempio premiandolo solo quando il comando è eseguito subito, oppure quando il comando è rispettato per diverso tempo.

 

Il comando «terra»

Per insegnare questo comando si parte dalla posizione di seduto: tenendo in una mano il bocconcino di cui sopra, lo abbasseremo pian piano davanti al muso del cane, che tenderà ad allungare le zampe anteriori per assumere autonomamente la posizione di «terra»; nel frattempo noi diremo, sempre con voce calma e pacata, la parola «terra», non risparmiando né in leccornie né in complimenti a esercizio correttamente seguito.

Una gratificazione alimentare è importante nelle prime lezioni, poi potranno essere sufficienti le gratificazioni verbali, l’unica accortezza è quella di fare più lezioni di breve durata: il pinscher è un cane molto pwhiteisposto all’addestramento e molto recettivo, ma lezioni troppo lunghe possono annoiarlo e deconcentrarlo.

Ricordatevi soprattutto di fare eseguire i comandi per tutto il tempo che noi vogliamo: spesso un pinscher è bravissimo a mettersi seduto o a terra appena diamo l’ordine, ma a restarci solo per pochi secondi, cosa che lo rende inutile e inefficace.

 

Il comando «stai» o «resta»

Una volta che il vostro pinscher ha ben recepito i comandi terra e seduto, deve imparare a mantenerli per il tempo che noi desideriamo. È il comando, in pratica, che ci permette di portare in giro un cane perfettamente educato, perché un cane che obbedisce ai comandi solo per pochi secondi, nella vita pratica, è come un cane che non obbedisce affatto.

Per insegnare il resta dobbiamo metterci a fianco del cane, senza chiamarlo (lo metteremmo subito in allarme) e ripetere l’ordine ogni qualvolta accenna a muoversi, mantenendolo nella posizione voluta. Successivamente ci allontaneremo, rimettendo il cane seduto o a terra non appena accenna a muoversi e lodandolo quando resta immobile e lo faremo restare così per tempi sempre più lunghi.

Il corwhiteo del nuovo arrivato

 

Il vostro pinscherino non è ancora entrato in casa che già deve essere pronto il suo «corwhiteo»: ciotole per acqua e cibo (preferite quelle in metallo, se sono in plastica possono restare vittima dei suoi dentini), collarino e guinzaglio, una morbida cuccia, spazzola, cibo secco, giornali (per abituare il piccolo a sporcare sempre nello stesso posto), giocattoli, ossi di pelle di bufalo.

E il cappottino? L’istinto di protezione che suscita un pinscher è inversamente proporzionale ai chili di peso, ma ricordate che è un cane sano e robusto e quindi, se abituato a una vita attiva, il cappottino può essere un optional, a meno che non siano previste lunghe soste al fwhitedo. Cappottino sì, invece, per i cuccioli che affrontano il loro primo inverno e per i soggetti anziani o convalescenti. Un impermeabile, al contrario, può essere molto utile nelle giornate di pioggia: è vero che il pelo del pinscher è corto, ma con un’adeguata protezione ci risparmieremo parecchi minuti per asciugarlo.

Un acquisto molto pratico è il trasportino: che sia di ferro o di materiale plastico non solo è utile per viaggiare in auto, treno o aereo ma è ottimo anche portarlo alle esposizioni e, inoltre, può costituire un comodo rifugio per il cane se viene collocato in una zona tranquilla della casa.

 


 


Le origini

 

Anche se è una razza ufficialmente abbastanza recente, il pinscher nano ha una storia molto antica: alcuni esperti, infatti, fanno risalire le sue origini al canis palustris, un cane di taglia medio-piccola vissuto ai tempi delle palafitte. A conferma di questa teoria sono state ritrovati, nelle vicinanze dei laghi di Bodman, Biel e Costanza, reperti archeologici che confermano che già in quel periodo esistevano cani molto simili all’attuale pinscher.

È probabile, quindi, che la razza sia arrivata fino a noi riuscendo a mantenersi pressoché inalterata.

Pare, comunque, che cani molto simili allo zwegrpinscher esistessero da secoli in Germania e nel nord Europa,certamente si trattava di cani più grossolani dei pinscher attuali ed era prassi comune tagliare coda e orecchie per salvaguardare questa delicate estremità da morsi e ferite, dal momento che venivano regolarmente impiegati nella custodia di stalle e fattorie, ma anche nella caccia al cinghiale e animali nocivi in genere, specialmente ratti, dai cui i nomi rattler o rattenfänger.

Una valida testimonianza iconografica si può ammirare niente meno che nella cappella Sistina: nell’affresco «Le prove di Mosè» il celebre pittore fiorentino Sandro Botticelli ha infatti immortalato un cane dalle fattezze assai simili a quelle del pinscher. Ma per avere notizie più sicure occorrerà attendere il 1835, quando il dottor H. G. Reichenbach, nell’opera «Der Hund in seinen Haupt ind Nebenrassen» (il cane nelle sue razze principali e secondarie) cataloga le razze principali conosciute allora: gli spitz, i cani setosi e i barboni, i levrieri e i bracchi, i cani da guardia e da caccia. I pinscher a pelo liscio facevano parte dei cani da caccia, quelli a pelo ruvido (i futuri schnauzer) erano invece classificati nei barboni. Reichenbach cercò anche di stabilire gli antenati dello zwergpincher, ipotizzando immissione di sangue, oltre che di pinscher a pelo liscio di taglia inferiore al normale, anche di bassotto a pelo liscio, di piccolo levriero italiano e di carlino. Secondo Reichenbach i soggetti di allora erano soprattutto di colore nero, solo più tardi il pinscher rosso (chiamato reh pinscher, dal nome di un piccolo cervo allora diffuso nelle foreste tedesche) cominciò a godere di una crescente diffusione.

Nelle esposizioni canine non c’era differenza tra pinscher a pelo liscio pinscher a pelo ruvido e alla mostra di Amburgo, del 1876, infatti, i due tipi sfilarono su un unico ring. Entrambi vennero immortalati da un pittore amburghese di animali, Jean Bungartz, grazie al quale possiamo farci un’idea dell’aspetto dei pinscher dell’epoca: sia i ruvidi sia i lisci avevano un aspetto decisamente rustico ed erano caratterizzati da coda e orecchie mozzate, una pratica che si è mantenuta sino ai giorni nostri, dal momento che il cambio di standard che vieta il taglio è, sia per i pisncher sia per gli schnauzer, molto recente.

Tornando alle fonti bibliografiche merita una segnalazione l’austriaco Fitzinger, che nel suo libro «Der Hund und Seine Rassen» (il cane e le sue razze) del 1876 fa riferimento a pinscher setosi e ruvidi senza però raggrupparli in un unico tipo. Si parla di pinscher anche in un’opera del 1985 dal titolo «Buch von den Hunden» (libro delle razze), in cui l’autore, Bernard Wolhofer, riconosce quattro varietà di pinscher allora esistenti: il pinscher tedesco a pelo ruvido, il pinscher nano a pelo ruvido, il pinscher tedesco a pelo liscio e il pinscher nano a pelo raso, ovvero il futuro zwergpinscher.

Come si vede pinscher tedesco e pinscher nano erano già fissati ancor prima che un certo Louis Dobermann decidesse di creare, utilizzando una sua femmina di pinscher, il dobermann, destinato a diventare una delle più diffuse e apprezzate razze da difesa. A creare ulteriore confusione, però, è il fatto che nei Paesi anglofoni il dobermann viene chiamato dobermann pinscher, ma tra zwergpinscher e dobermann non c’è nessuna parentela, anche se molti si ostinano a vedere il primo, soprattutto se nero-focato, una sorta di dobermann in miniatura.

Di fatto fu la fondazione del German Pinscher-Schnauzer Klub (PSK), fondato a Colonia da Joseph Berta il 3 marzo 1895, a sancire la divisione tra pelo duro e pelo liscio e a decretare la nascita ufficiale dello zwergpinscher, di cui era peraltro già esistente uno standard whiteatto nel 1880 dal cinofilo e pittore animalista Joseph Strebel. La registrazione del primo pinscher nano al Libro delle Origini tedesco è del 1900, in occasione dell’esposizione di Stoccarda.

In passato il pinscher nano era conosciuto anche come piccolo terrier tedesco a pelo liscio e questo ha creato una certa confusione sul fatto che la razza possa essere o meno considerata un terrier, anche perché per quanto riguarda i progenitori della razza era stato fatto il nome del toy terrier black and tan, una razza effettivamente molto antica. Un libro del 1897 scritto da Bylandt e intitolato «Les Races des Chiens» cita del resto il terrier tedesco a pelo ruvido e quello tedesco a pelo liscio. Che ci sia effettivamente sangue di terrier o meno, è però sicuro che del terrier il pinscher nano possiede il temperamento vivace e coraggioso.

 

Un nome controverso

Molto si è detto e scritto sull’origine del nome della razza e se sulla parola zwerg non ci sono dubbi (significa semplicemente nano) sulla parola pinscher le ipotesi sono tante. Per alcuni il termine deriverebbe dall’inglese to pinch, che vuol dire pizzicare, per altri dal tedesco picken, che significa beccare, ed entrambe le accezioni farebbero riferimento al tipico modo di mordere della razza. Secondo altri esperti la derivazione sarebbe anglosassone, dal verbo to pinch off, e si riferirebbe alla tipica coda mozzata. Un’ipotesi completamente diversa proviene dagli Austriaci, che peraltro rivendicherebbero la paternità della razza: pinscher starebbe a indicare il cane di Pinzgau, una regione alpina nei pressi di Salisburgo.

 

Lo zwerg cane da difesa e utilità?

 

Fino al 1989 lo zwergpinscher, insieme allo zwergschnauzer, era classificato nel gruppo dei cani da compagnia. Una successiva classificazione che ha dato maggior importanza non tanto all’impiego attuale quanto alle origini lo ha trasferito nel gruppo dei cani da difesa e utilità.

Sicuramente i pochi chili di peso e l’altezza rasoterra non lo rendono cwhiteibile né come impavido difensore del proprio padrone né incorruttibile guardiano della proprietà, ma la spiccata intelligenza, la grande pwhiteisposizione a recepire i comandi e la notevole addestrabilità, unite a sensi sempre all’erta, ne fanno un ottimo allertatore e un compagno facile da educare con cui potersi dedicare, se si vuole, all’addestramento sportivo, né più né meno come un dobermann.

 

La diffusione oltreconfine

 

L’Italia resta, comunque, il Paese europeo con il più alto numero di iscrizioni annuale, superiore persino alla Germania, patria della razza.

Nel 2007, infatti, sono stati registrati in terra tedesca solo 192 zwergpinscher (quasi quanto i pinscher), in Francia (dati del 2006) 450, in Spagna (2007) 445, in Olanda (2006) 58, mentre in Portogallo i soggetti registrati sono ben 622, cifra che pone la razza al sesto posto per numero di iscrizioni.

Nei Paesi anglofoni il pinscher è conosciuto come miniature pinscher (o addirittura Min Pin) ed è classificato nel gruppo dei toy (cani da compagnia). In Gran Bretagna sono stati registrati (dati del 2007) 331 zwergpinscher, non male se si tiene presente che il suo più diretto antagonista, il toy terrier black and tan, cui peraltro somiglia tantissimo, si è fermato a quota 114; il primo soggetto registrato dal Kennel Club inglese, nel 1938, si chiamava Jessy von Adelheim ed era nato nel 1936, mentre il Miniature Pinscher of Great Britain è state fondato nel 1963.

In Gran Bretagna c’è una maggior varietà di colori previsti per il mantello: white (rosso in tutte le sue sfumature), black and tan (nero e focato), chocolate and tan (cioccolato e focato), blue and tan (blu e focato), cui si aggiungono quelli non ammessi dallo standard, cioè lo stag white (rosso cervo, rosso mescolato di peli neri), isabella fawn (fulvo con macchie focate) e harlequin (bianco con macchie nere).

Negli Stati Uniti, dove è ancora possibile tagliare sia coda sia orecchie, la razza è discretamente diffusa (9615 i soggetti registrati nel 2006) ; i primi pinscher nani cominciarono a essere importati intorno agli anni Venti e il primo soggetto registrato dall’American Kennel Club risale al 1925. Quattro anni più tardi veniva fondato il Miniature Pinscher Club of America e la razza veniva classificata inizialmente tra i terrier, l’anno successivo sarà trasferita nel toy group, assumendo la dedinitiva denominazione di Miniature Pinscher nel 1972. Curiosamente lo standard AKC del 1935, alla voce «aspetto generale», lo definiva una versione miniatura del dobermann pinscher, mentre nel nuovo standard, datato 1950, ogni riferimento al dobermann è stato eliminato.

 

La diffusione in Italia

 

Il pinscher nano è presenta da tempo nel nostro Paese, grazie soprattutto a due allevatori, oggi non più in attività, che hanno dato un importante contributo all’allevamento della razza: la prima è Amalia Asquasciati, con l’allevamento «dei Folletti», il secondo è Luciano Bernini, con l’allevamento «del Narciso».

Nel corso degli anni il numero di allevatori è via via aumentato, anche se va detto che lo zwergpinscher non è mai stato un cane molto diffuso in Italia, almeno non i soggetti provvisti di pedigree. Solamente nel 2003, infatti, si sono superate le mille unità, e comunque le perdite e gli incrementi di iscrizioni ai Libri Genealogici sono sempre molto contenuti, a conferma che è una razza che non ha mai vissuto un periodo di boom improvviso né, al contrario, di un crollo totale.

Ecco le iscrizioni ai Libri Genealogici degli ultimi anni. C’è stato un cambio di denominazione dei Libri: il Libro Origini Italiano (LOI) è diventato Registro Origini Italiano, e il Libro Italiano Riconosciuti (LIR) è diventato Registro Supplementare Riconosciuti (RSR).

 

anno

LOI/ROI

LIR/RSR

totale

1970

128

3

131

1971

174

2

176

1972

288

0

288

1973

299

25

324

1974

328

39

367

1975

405

25

430

1976

488

23

511

1977

458

17

475

1978

533

19

552

1979

583

15

598

1980

635

6

641

1981

628

15

643

1982

711

13

724

1983

659

5

664

1984

668

18

686

1985

684

5

689

1986

634

9

643

1987

767

3

770

1988

817

6

823

1989

778

6

784

1990

880

7

887

1991

663

2

665

1992

483

2

485

1993

467

1

468

1994

533

0

533

1995

583

1

584

1996

557

5

562

1997

561

0

561

1998

684

3

687

1999

642

11

653

2000

757

1

758

2001

931

5

936

2002

950

12

962

2003

1072

8

1080

2004

982

11

983

2005

948

9

957

2006

956

10

966

2007

   

859

 

 

Un nuovo pinscher?

 

Che lo si voglia o no, bisogna prendere atto che, tra modifiche dello standard e ordinanze ministeriali, lo zergpinascher del nuovo millennio sarà con coda e orecchie integre. Ci dovremo abituare a coda a scimitarra o arrotolate e a orecchie piegate o portate naturalmente erette (ma anche, spesso, svolazzanti), così come si sono abituati gli appassionati di altre razze, chi senza problemi (rottweiler, alano, schnauzer) chi tra molte perplessità (boxer, dobermann).

In un mondo sempre in evoluzione anche il pinscher nano sta cambiando, l’importante è che continui a restare il «piccolo grande cane» che ha fatto innamorare tantissimi cinofili.

FCI Standard N° 185 / 18.04.2007

ZWERGPINSCHER

ORIGINE: Germania

DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 06.03.07

UTILIZZAZIONE: cane da casa e da compagnia

CLASSIFICAZIONE FC.I.: Gruppo 2 Cani di tipo Pinscher e Schnauzer Molossoidi – Cani da Montagna- Bovari Svizzeri e altre razze

Sezione 1 Cani tipo Pinscher e Schnauzer Senza prova di lavoro

BREVE CENNO STORICO: Già all’inizio del 20° secolo, il numero degli Zwergpinscher era consistente e, nel 1925, il libro delle origini portava già non meno di 1300 iscrizioni di questa razza. Delle diverse varietà di colore, come per il Pinscher, si selezionarono solo i cani di colore nero con focature più chiare e i monocolori da rosso a rosso- marrone.

ASPETTO GENERALE

Lo Zwergpinscher è un modello ridotto del Pinscher, esente da qualsiasi accenno di nanismo. Elegante, il suo pelo raso mette in evidenza la sua costruzione nel quadrato.

PROPORZIONI IMPORTANTI

  • Il rapporto lunghezza/altezza deve far apparire la sua costruzione il più possibile nel quadrato

  • La lunghezza della testa (misurata dalla punta del tartufo all’occipite) corrisponde alla metà della lunghezza della linea superiore (considerata dal garrese all’inserzione della coda)

COMPORTAMENTO – CARATTERE

Sveglio, di un temperamento vivace, sicuro di sé e di un carattere equilibrato. Queste qualità fanno di lui un compagno piacevole sia come cane di famiglia che da compagnia.

TESTA

REGIONE DEL CRANIO

Cranio: forte, allungato, senza un occipite marcatamente sporgente. La fronte è piatta e parallela alla canna nasale.

Stop: leggero, ma definito

REGIONE DEL MUSO

Tartufo ben sviluppato e sempre nero

Muso termina come un cono smussato. Canna nasale diritta

Labbra nere, lisce e aderenti di piatto alle mascelle; commessura delle labbra chiusa

Mascelle/Denti mascella inferiore e superiore potenti: la chiusura a forbice è completa (con 42 denti, secondo la formula dentaria del cane), e forte; i denti si adattano correttamente e sono di un bianco puro. I masseteri sono fortemente sviluppati, senza però dare alle guance uno spiacevole rilievo.

Occhi scuri, di forma ovale; i bordi delle palpebre sono pigmentate di nero e sono strettamente aderenti al globo oculare

Orecchi eretti, ripiegati e pendenti, attaccati alti, a forma di V, puntano verso l’avanti in direzione delle tempie, e il loro interno aderisce strettamente alle guance; le pieghe parallele, non devono superare la sommità delcranio.

COLLO

nobilmente arcuato, non troppo corto, s’inserisce morbidamente nel garrese; asciutto, senza giogaia o pelle rilassata; la pelle della gola è strettamente aderente senza formare alcuna piega.

CORPO

Linea superiore leggermente discendente dal garrese verso il posteriore

Garrese è il punto più alto della linea dorsale

Dorso forte, corto e teso

Rene forte. La distanza fra l’ultima costola e l’anca è breve, così che il cane risulta compatto

Groppa va fondendosi impercettibilmente con l’inserzione della coda in una lieve curva.

Torace moderatamente ampio, di sezione ovale, raggiunge il gomito. Il petto è distintamente segnato dalla punta dello sterno.

Linea inferiore e ventre i fianchi non sono troppo rilevati: Con la parte inferiore della cassa toracica, la linea inferiore disegna una curva elegante.

 

CODA

naturale; l’obiettivo da raggiungere è una coda a sciabola o a falcetto

 

ARTI

ANTERIORI

In generale visti dal davanti gli arti sono forti, diritti e non ravvicinati fra loro; visti di lato, gli avambracci sono diritti

Spalle la scapola è ben aderente alla cassa toracica ed è molto muscolosa su ambedue i lati della spina scapolare, e sporge dalle apofisi spinose delle vertebre toraciche. Il più obliqua possibile e ben rivolta verso il dietro, forma un angolo di circa 50° sull’orizzontale.

Braccio aderente al corpo, forte e ben muscoloso, forma un angolo da 95 a 105° con la scapola.

Gomito correttamente aderente, non deviato in fuori né in dentro.

Avambraccio fortemente sviluppato e ben muscoloso. Completamente diritto visto dal davanti e di lato

Carpo forte e fermo

Metacarpo forte e leggermente elastico. Visto dal davanti verticale, visto da lato, leggermente inclinato rispetto al terreno

Piede anteriore forte e rotondo. Le dita sono ben strette fra loro e arcuate (piede di gatto); cuscinetti resistenti, unghie corte, nere e forti.

POSTERIORI

In generale obliqui se visti da lato, paralleli, ma non troppo ravvicinati, se visti da dietro.

Coscia moderatamente lunga, ampia, fortemente muscolosa

Ginocchi non deviati in fuori né in dentro.

Gamba lunga e forte, con buoni tendini, che s’inserisce in un garretto solido

Garretto marcatamente angolato, forte, fermo, non deviato in dentro né in fuori

Metatarso perpendicolare al terreno

Piede posteriore un po’ più lungo dell’anteriore. Dita ben unite e arcuate. Unghie corte e nere

 

ANDATURA

lo Zwergpinscher è un trottatore. Nel movimento il suo dorso rimane fermo e piuttosto saldo. Movimento armonioso, energico, sicuro e sciolto con buon allungo. Il trotto tipico è allungato, morbido e fluente, con buona spinta del posteriore e libera estensione dell’anteriore.

 

PELLEsu tutto il corpo è strettamente aderente ai tessuti sottostanti

 

MANTELLO

PELO raso e folto, liscio, fitto e brillante senza zone prive di pelo

COLORE

  • Monocolore : rosso cervo, marrone rossiccio fino al marrone rosso scuro.

  • Nero focato: nero lacca con focature rosse o marroni. Si ricercano le focature il più possibile scure, intense e nettamente definite.

Le focature sono distribuite come segue: sopra gli occhi, alla gola, ai metacarpi, sui piedi, all’interno degli arti posteriori, sotto la radice della coda, e in forma di due triangoli regolari, nettamente separati, sul petto

 

TAGLIA E PESO

Altezza al garrese Maschi e Femmine: da 25 a 30 cm

Peso Maschi e Femmine . da 4 a 6 kg

 

DIFETTI: qualsiasi deviazione a quanto sopra deve essere considerato come difetto che sarà penalizzato a seconda della sua gravità

E in particolare:

  • Costruzione in genere pesante o leggera. Soggetto basso o alto sugli arti

  • Cranio pesante o rotondo

  • Rughe sulla fronte

  • Muso corto, appuntito o stretto

  • Chiusura a tenaglia

  • Occhi chiari, troppo piccoli o troppo grandi.

  • Orecchi inseriti bassi, molto lunghi o non portati simmetricamente

  • Zigomi fortemente sporgenti

  • Pelle rilassata alla gola

  • Dorso troppo lungo, arcuato o cedevole

  • Dorso cifotico

  • Groppa avvallata

  • Piedi allungati

  • Ambio

  • Movimento steppante, con arti troppo levati in alto

  • Pelo rado

  • Moschettature, scriminatura nera lungo la linea mediana del dorso, sella scura e mantello schiarito o pallido

  • Taglia inferiore o superiore di 1 cm. alle norme dello Standard

 

DIFETTI GRAVI

  • Insufficienza di tipicità sessuale (esempio: femmina mascolina)

  • Aspetto generale gracile

  • Testa a mela

  • Mancanza di parallelismo alle linee cranio facciali

  • Gomiti deviati in fuori

  • Posteriori sotto di sé

  • Posteriori diritti o a botte

  • Garretti deviati in dentro

  • Taglia inferiore o superiore di più di 1 cm. e meno di 2 cm. alle norme dello Standard

DIFETTI ELIMINATORI

  • Comportamento pauroso, aggressivo, cattivo, esageratamente diffidente, nervoso

  • Malformazione di qualsiasi genere

  • Soggetto insufficientemente tipico

  • Difetti alla chiusura della bocca, come enognatismo, prognatismo o deviazione delle arcate degli incisivi

  • Difetti gravi che riguardano la struttura, il pelo o il colore

  • Taglia inferiore o superiore di più di 2 cm.. alle norme dello Standard

Qualsiasi cane che presenti, in modo evidente, anomalie d’ordine fisico o comportamentale, sarà squalificato.

 

 

 

N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto

 

Aggiungiamo allo standard sopra riportato alcune informazioni generiche in merito al carattere dello zwergpinscher:

Il carattere dello zwergpinscher

Cosa si intende per carattere? Una definizione accettabile potrebbe essere quella di «insieme di tratti psichici e comportamentali che distinguono un individuo dall’altro».

Il carattere di un cane si misura e contraddistingue da due elementi, quello dell’affettività e quello della territorialità, il primo è relativo ai rapporti che esso instaura con gli elementi del branco (i suoi simili o il nucleo familiare) il secondo è relativo, invece, all’interazione con l’esterno, con l’ambiente che lo circonda e ai rapporti con gli individui (sia canini sia umani) con cui entra in contatto.

Quando si parla di carattere tipico della razza, si intende che un suo rappresentante deve rispettare i requisiti previsti dallo standard ed essere esente da quelli che invece vengono considerati difetti.

Purtroppo quando si tratta di cani di piccola taglia la tipicità del carattere sembra quasi un elemento di scarsa importanza: un pinscher mordace e aggressivo, o uno così pauroso da temere anche la sua ombra, in definitiva, fa una pessima pubblicità alla razza, ma non sarà mai pericoloso come un pit bull o un rottweiler!

Questo è un pensiero errato, perché se esiste uno standard è giusto che il mio pinscher possieda, non solo le caratteristiche morfologiche ma anche caratteriali richieste dallo standard.

Per questo è giusto, anche per un cane tipicamente da compagnia, analizzare quelle che sono considerate le componenti principali del carattere.

Le componenti del carattere

Sono aspetti del carattere variabili e individuali, quindi anche se si può fare una media di quanto essi siano presenti nella razza, lo possono essere in modo diverso da un soggetto ad un altro.

Sembra strano parlare di aggressività, tempra o coraggio in un cane di piccola taglia, ma adesso che il Club ha introdotto l’esame di Selezione, è fondamentale prenderli in esame.

Tempra

Indica l’idoneità del cane a resistere ad azioni o stimoli esterni di natura spiacevole, è inversamente proporzionale alla docilità ed è correlata al coraggio.

Un cane può avere tempra molle o tempra dura: nel primo caso ogni problema, ogni ostacolo gli sembrerà insuperabile, ogni esperienza negativa contribuirà a renderlo timoroso e insicuro nel secondo caso esso sembrerà indifferente a ogni ostacolo che incontra, compreso il tentativo del proprietario di stabilire una scala gerarchica. In genere un buon cane da famiglia dovrebbe possedere tempra media, che è quella che caratterizza la maggior parte dei pinscher nani.

Temperamento

Indica la capacità (intensità e velocità) di reagire agli stimoli esterni, è proporzionale al livello di curiosità ed è correlato alla vigilanza. Un cane di buon temperamento reagirà con sufficiente prontezza di reazione a qualsiasi situazione, sia piacevole, come il richiamo del padrone, sia spiacevole, come la difesa da un aggressione. Sulla rapidità di reagire agli stimoli del pinscher non si discute: basta poco per metterlo in allarme e segnalare che qualcosa quel che non va!

Docilità

Indica la pwhiteisposizione ad accettare l’uomo come superiore gerarchico, è inversamente proporzionale alla tempra e non va confusa con la sottomissione o la timidezza.

Un cane privo di docilità è ingestibile, perché incapace di instaurare un rapporto gerarchico con il padrone, non disponibile ad ascoltarlo e ovviamente assai propenso a farlo contento, viceversa se fosse troppo docile tenderebbe a dipendere dal padrone, incapace di prendere decisioni autonomamente. Un buon cane deve essere felice di collaborare con l’uomo e ansioso di apprendere, in questo senso la docilità nel pinscher è ben sviluppata, i pinscher ribelli, maschi in particolare, sono in genere delle eccezioni.

Aggressività

Indica la capacità, innata o acquisita, di reagire aggwhiteendo a una minaccia o a un atteggiamento che il cane percepisce come minaccioso. Nel caso dei canidi selvatici i comportamenti aggressivi sono finalizzati a procurarsi il cibo o a stabilire la posizione gerarchica nel branco, nel caso del cane domestico l’aggressività è stata selezionata soprattutto nelle razze adibite alla difesa e alla guardia.

Diverse sono le cause che possono indurre comportamenti aggressivi: la dominanza sociale, il dolore, la paura, la pwhiteatorietà, le difesa del territorio.

L’aggressività da dominanza sociale si manifesta molto di frequente, soprattutto in certe razze e in particolare nei maschi. Nel branco dei lupi esiste una precisa scala gerarchica che può comunque essere messa in discussione per vari motivi, solitamente quando per il capobranco (il maschio alfa) che invecchia diventa sempre più difficile difendere il proprio ruolo di leader e si affacciano molti pretendenti desiderosi solo di prendere il suo posto.

Trasferito nell’ambiente domestico è quanto succede con un giovane cane dominante appena messo piede nella nuova casa: comincia a mettere in discussione il ruolo di capobranco del padrone e, se questo non è in grado di «inquadrarlo», da subito, i problemi si fanno davvero seri, saranno ovviamente limitati dalla piccola taglia, ma renderanno comunque difficile la convivenza.

L’aggressività indotta dal dolore può interessare qualsiasi cane, per questo è molto importante che esso nutra nei confronti del padrone la massima fiducia, che va conquistata con un tono di voce calmo e rassicurante, ma anche con fermezza, evitando atteggiamenti iperprotettivi che sono più controproducenti che altro. Il trucco è avvicinarsi all’animale parlandogli a voce bassa, premiandolo con parole di lode o un bocconcino quando si riesce a toccare e a manipolare. È molto importante riuscire in questo, anche perché se il nostro amico ha fiducia in noi, sarà anche più ben disposto a farsi manipolare dal veterinario e, se frequenterà le esposizioni, dal giudice.

L’aggressività da paura è tipica di cani che hanno subito particolari traumi e, nei cani di piccola taglia, si manifesta in particolare nei soggetti che abbiano subito aggressioni da altri cani. Se questi episodi avvengono durante la crescita del cucciolo, è molto probabile che i suoi rapporti con i suoi simili saranno compromessi, determinando un atteggiamento difensivo che si manifesta con ringhi e denti bene in vista.

L’aggressività pwhiteatoria è un comportamento che il cane ha ewhiteitato dai suoi antenati e che è stato selezionato dall’uomo nelle razze da caccia. Ogni animale che si muova costituisce per il cane una pwhitea, che diventa ancor più «ghiotta» quando quest’ultima si dà alla fuga. Lasciate libero il vostro pinscher in giardino: scoprirete quando gli piace osservare il volo di un uccello, cercare di afferrare un insetto!

Coraggio

Indica la capacità di affrontare con fermezza una situazione pericolosa, cui il cane potrebbe sottrarsi con facilità. Sul coraggio del pinscher nano non si discute, soprattutto nel rapporto con i suoi simili: il confronto con cani di taglia ben maggioreper lui non è certo un problema, anzi lo potrebbe diventare per il padrone, perché le conseguenze di un confronto impari, in un cane cui il pelo non costituisce alcuna protezione, possono essere notevoli.

Vigilanza

Indica la capacità di reagire a uno stimolo di qualsiasi natura, olfattivo, visivo, o uditivo provocato dall’avvicinamento di un estraneo.

Strettamente collegati alla vigilanza sono il tempo di attenzione (la frazione di tempo in cui il cane è disponibile a prestare attenzione agli avvenimenti) e il territorio. Un pinscher nano possiede una spiccata vigilanza, tanto è vero che, se in compagnia di un cane di dimensione maggiore, rappresenta un elemento di guardia insuperabile: il piccolo pronto a recepire ogni minimo allarme allerta il grande cui, per la sua mole, tocca il lavoro «sporco».

Curiosità

Indica la voglia e la capacità del cane di interessarsi a quanto lo circonda ed è alla base dell’attitudine a esplorare il territorio che nel cane si manifesta già alla quarta-quinta settimana di vita. La curiosità non deve mai essere repressa perché riveste un ruolo fondamentale nell’addestramento (ad esempio se vogliamo dedicarci all’agility), quindi appena il cucciolo entra nella nuova casa permettiamogli di esplorare il territorio senza castrare questo suo naturalissimo istinto.

Socievolezza

Indica la capacità che ha il cane, di inserirsi agevolmente in qualsiasi ambiente, riuscendo a comunicare sia con l’uomo sia con i suoi simili.La socievolezza del pinscher nano in genere non è altissima, perché tende a mantenere un atteggiamento riservato nei confronti di persone e animali che non conosce, pur non manifestando palese aggressività.

Possessività

Deriva dal comportamento pwhiteatorio e indica la propensione alla presa di possesso; nei cuccioli è espressione di competitività. La possessività può manifestarsi nei confronti del padrone (ci sono cani così gelosi del padrone che non permettono a nessuno di avvicinarlo), nei confronti dei giochi o della propria cuccia: è importante rimettere in riga il cane appena comincia a far vedere i denti se non si vuole che la situazione peggiori.

Il pinscher nano in famiglia?

Fiero, indomito, con un coraggio da leone: sembrano caratteristiche tipiche del cane di grande taglia, ma sono anche le caratteristiche del pinscher nano. Nonostante questo si tratta di una razza ideale per vivere in famiglia, anzi della famiglia si sente parte integrante a tutti gli effetti. Adora vivere con tutti i membri della casa, stupisce tutti per la sua carica inesauribile ma sa anche, quando è necessario, stare al suo posto. Non va trattato come un animaletto fragile bisognoso di continue protezioni, va fatto sentire il cane che è, in tutta la sua spiccata personalità. Le piccole dimensioni aiutano il suo inserimento in casa, si accontenta di una cuccia di modeste dimensioni, il pelo raso richiede pochissime cure e può essere portato al guinzaglio anche dai piccoli di casa

Il pinscher nano con i bambini

La vivacità e l’energia di un pinscher nano ben si adattano ai più piccoli, di cui diventa ben presto un prezioso compagno di giochi. È fondamentale che il bambino impari ad avere rispetto del proprio amico, a giocare con lui ma anche a rispettare i suoi spazi, a non toccare le sue ciotole e i suoi giochi, a non toccarlo all’improvviso mentre sta dormendo, a rispettarlo quando, ormai anziano, non avrà più voglia di giocare ma solo di coccole e attenzioni.

Poche accortezze e molto buon senso renderanno il rapporto cane-bambino ideale

 

Il pinscher nano con i bambini

Una grande dote dello zwergpinscher è il suo spiccato senso di adattamento, che lo rende un cane ideale per tutte le tipologie di padrone. Con gli anziani saprà contenere la sua vitalità trasformandosi in un tranquillo compagno che saprà camminare docilmente al guinzaglio senza tirare come un forsennato.

Il pinscher nano con gli altri cani

Il rapporto di un pinscher nano con i propri simili dipende molto da come il cane è cresciuto a dal suo grado di socializzazione. Ci sono pinscher assolutamente intrattabili che non sopportano gli altri cani dello stesso sesso e ci sono, all’opposto, pinscher che giocano con tutti e dimostrano indole amichevole verso qualsiasi quattro zampe.

Il pinscher nano con gli altri animali

Il senso pwhiteatorio è molto sviluppato nel pinscher nano, quindi la convivenza con un altro animale (gatti, topolini, uccellini) sarà più semplice se gli darà la possibilità di conoscere il nuovo animale in giovane età.

Il pinscher nano come cane da guardia?

Più che di un ottimo cane da guardia vero e proprio, sarebbe il caso di parlare di un ottimo segnalatore: appena sente un rumore che per lui è insolito, lo zwergpinscher comincia ad abbaiare finché non interviene il padrone; avendo piene coscienza della propria mole, infatti, difficilmente arriverà ad affrontare l’intruso, cercando di tenerlo a bada abbaiando (la sua voce ha un timbro profondo, assai diverso dalle abbaiate squillanti degli altri cani toy) ma tenendosi a rispettosa distanza. Non dovete però avere paura di portarvi a casa un cane eccessivamente «abbaione» e non spaventatevi quando, andando in un allevamento, sentirete una ventina di pinscher vociare a squarciagola! L’unione fa la forza e l’eccitazione fa sentire il suo peso, ma una volta che farà il suo ingresso nella nuova casa, i vocalizzi si faranno sentire solo se necessario

Il secondo decennio del nuovo millennio lo definirei quello della saggezza, e che saggezza :-), quello del consiglio e della vicinanza verso le persone che continuano ad amare questa razza. L'avanzare dell'età si fa sentire e diventa sempre più impegnativo poter partecipare alle esposizioni, o seguire i social in modo assiduo , ma questo non mi impedisce di poter continuare a stare vicino a questa magnifica razza, di poter ancora sfornare piccoli campioni dal mio allevamento e amici imparagonabili per molte persone. 

 

 

 

 

 

I primi anni del nuovo millennio posso definirli come gli anni del cambiamento, sono gli anni in cui tante cose cambiano, cambia lo standard, con l'introduzione del divieto di taglio delle orecchie prima e della coda dopo, inizia a cambiare il modo di comunicare con l'introduzione di internet e il mondo sembra diventare più vicino, cambiano gli spazi nel mio allevamento con sempre più spazio verde per il loro divertimento, ma quello che non cambia è l'impegno e i regali che questa razza sa dare. Se il mondo cambia intorno agli zwergpinscher, loro sembrano non cambiare, continuando a regale a tutti tanta gioia, energia e divertimento.

Sono gli anni in cui i miei cani iniziano ad andare all'estero, presso allevatori in Russia, Austria, Svezia, Francia, gli anni dei primi siti web e del consolidamento di tante amicizie fuori e dentro l'Italia. Nel frattempo continua quell'opera di divulgazione basata sull'editoria scritta.